La Turchia affronta un’ondata di critiche sullo stato di diritto e la libertà di espressione durante la Revisione periodica universale del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite.
Nazioni Unite: la Turchia affronta un’ondata di critiche
La Turchia è stata sottoposta a un attento esame durante la Revisione periodica universale del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. Decine di paesi hanno espresso preoccupazione per l’erosione dell’indipendenza della magistratura, la riduzione dello spazio civile e le restrizioni alla libertà di parola. Hanno anche criticato la continua detenzione di giornalisti e personaggi politici da parte della Turchia, l’abuso delle leggi antiterrorismo e la mancata attuazione delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo (Corte EDU). Diversi Paesi hanno invitato la Turchia a rispettare lo stato di diritto e a garantire l’indipendenza della magistratura. Alcuni Stati membri hanno espresso preoccupazione per la criminalizzazione del dissenso e per le diffuse restrizioni imposte ai media e alla società civile, esortando la Turchia ad abrogare le leggi utilizzate per perseguire penalmente i critici e le voci dell’opposizione.
Cosa hanno detto gli Stati?
Estonia e Islanda hanno lanciato l’allarme per il declino degli standard democratici e hanno chiesto protezioni per la libertà di espressione online e il ripristino della Convenzione di Istanbul. La Svezia ha criticato l’uso di pressioni amministrative e giudiziarie da parte della Turchia nei confronti delle figure dell’opposizione e ha raccomandato di rivedere le leggi nazionali per proteggere un panorama mediatico libero. L’Irlanda ha espresso preoccupazione per l’uso improprio delle leggi antiterrorismo per mettere a tacere i giornalisti e la società civile e ha esortato la Turchia ad adeguare tale legislazione agli obblighi internazionali in materia di diritti umani.
Finlandia, Liechtenstein e Lituania hanno insistito affinché venissero attuate riforme concrete per tutelare la libertà di riunione pacifica e garantire spazio alla società civile, agli avvocati e ai difensori dei diritti umani. La Francia ha chiesto la fine dell’impunità nelle violazioni dei diritti umani, sottolineando i casi in cui le sentenze dei tribunali non sono state applicate.
Cipro ha denunciato la continua presenza militare della Turchia nella parte settentrionale di Cipro e l’ha accusata di violazioni dei diritti umani, sollecitando il pieno rispetto delle decisioni della Corte europea dei diritti dell’uomo e il ripristino dei diritti degli sfollati. Anche i Paesi Bassi, la Svizzera e il Canada hanno espresso preoccupazione per le detenzioni motivate politicamente e per l’erosione dell’imparzialità giudiziaria.
La Turchia si difende
La Turchia ha difeso la propria posizione citando l’instabilità geopolitica, le minacce terroristiche, la crisi dei rifugiati e i terremoti del 2023, sostenendo che il suo sistema giudiziario prevede controlli e rimedi per le violazioni dei diritti.
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