giovedì, Aprile 25, 2024

La scoperta nel 2017 di un sistema solare simile alla Terra

La scoperta nel 2017 di un sistema solare simile alla Terra aveva affascinato tutto il mondo. La Nasa affermava: “È il più grande sistema planetario mai scoperto”.

La scoperta nel 2017 di un sistema solare simile alla Terra: la stella Trappist-1

La ricerca, pubblicata su Nature, era stata coordinata dall’Università belga di Liegi. Descriveva il più grande sistema planetario mai scoperto con tanti possibili sosia del pianeta azzurro. La stella, chiamata Trappist-1, si calcolava fosse distante 39 anni luce.

Si trattava in un sistema solare con sette pianeti simili alla Terra, sei dei quali si sarebbero trovati in una zona temperata in cui la temperatura era compresa tra zero e 100 gradi.

La scoperta nel 2017 di un sistema solare simile alla Terra

I primi tre esopianeti orbitanti intorno a Trappist-1 era stati scoperti all’inizio del 2016 grazie al telescopio Trappist dell’Eso (Osservatorio europeo australe) situato in Cile. Da quel momento, il team aveva intensificato le osservazioni perché tutto faceva sospettare che ce ne fossero altri.
Grazie anche all’impiego del telescopio spaziale infrarosso Spitzer della NASA, gli astronomi hanno potuto identificare quattro nuovi pianeti, portando questo sistema planetario a sette membri.
“È un sistema planetario incredibile non soltanto perché ospita tanti pianeti ma anche perché tutti sono così sorprendentemente simili alla Terra”, aveva commentato Michaël Gillon alla guida del team di studiosi.

La scoperta nel 2017 di un sistema solare simile alla Terra

La scoperta riapriva gli interrogativi inerenti all’esistenza di forme di vita aliene. In particolare, le temperature rilevate potevano far pensare alla presenza di acqua allo stato liquido.
Si calcolava che Trappist-1 avesse una massa inferiore di un decimo a quella solare, perciò era molto fredda e poco luminosa. Nonostante le orbite dei pianeti fossero “strette”, quest’ultimi non avrebbero presentato temperature infernali. Sarebbero stati soprattutto i tre pianeti più centrali a trovarsi nella cosiddetta “fascia di abitabilità“, ovvero a una distanza sufficiente da permettere la presenza di acqua liquida sulla superficie.

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