Al giorno d’oggi se qualcuno postasse sul proprio profilo Facebook uno status in cui dice “faccio un viaggio inTibet” nessuno se la prenderebbe troppo, immaginerebbe che l’autore si sarebbe trovato a qualche volo aereo, uno o più a medio raggio e poi uno a ungo raggio, per la politica degli hub che da anni ha reso meno comodo anche viaggiare in aereo, ma a parte la noia di qualche controllo di sicurezza e dei due o tre voli, nessuno rimarrebbe troppo colpito dall’annuncio.
Perchè oggi Lhasa, la capitale della Regione autonoma del Tibet (parte della Cina) è raggiungibile con relativa Facilità: un volo di una decina di ore da Roma a Pechino e poi c’è un treno ad alta velocità a facilitare le cose per il resto del viaggio, pur richiedendo ancora circa 25 ore di viaggio da Pechino Lhasa. Questo nel 2017, pensiamo invece a cosa fosse lo stesso viaggio nel 100 Quando il Gesuita Padre Ippolito Desideri vi si recò, primo occidentale e primo missionario in Tibet. Vi arrivò Dopo un lungo viaggio da Genova a Lisbona, da Lisbona salpò per Goa (India. Proseguì via terra alla volta di Delhi via Lahore e Srinagar dove arrivò nel 1715. Quesa Storia è ben raccontata da una affascinante mostra allestita a Pistoia, a Palazzo Sozzifanti (in via De’ Rossi 7). La mostra, aperta dal 14 ottobre, resterà visitabile fino al 10 Dicembre.
A Palazzo Sozzifanti, via De Rossi 7 mostra su: La rivelazione del Tibet. Ippolito Desideri e l’esplorazione scientifica italiana nelle terre più vicine al cielo. E’ stata organizzata nella ricorrenza del terzo centenario dell’arrivo del missionario pistoiese a Lhasa, capitale del Tibet. L’evento, promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, si inserisce nelle iniziative di Pistoia Capitale Italiana della Cultura.