La ricetta del successo di Fernet-Branca: il mix di erbe e spezie segrete

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Versatilità, internazionalità, inclusività, segretezza: se dovessimo descrivere il Fernet Branca, oltre il suo inimitabile gusto, probabilmente sarebbero proprio questi i valori che meglio descrivono l’amaro dal carattere forte e deciso che il suo fondatore ideò quasi 180 anni, trovando il mix perfetto per dare vita ad uno dei distillati che avrebbe poi fatto la storia.

Era il 1845 quando Bernardino Branca, quello che potremmo oggi definire un farmacista-erborista, calibrando sapientemente 27 tra spezie, erbe e radici riuscì nel suo laboratorio a creare un elisir miracoloso che inizialmente veniva usato per lo più come digestivo efficace contro il mal di stomaco, i malesseri da post-sbornia e anche come antidolorifico. Nel diciottesimo secolo venne perfino impiegato nella cura contro l’epidemia di colera che colpì la città di Milano.

La sua diffusione, da principio, avvenne proprio grazie a queste sue caratteristiche: con il proibizionismo sarebbe stato davvero difficile per un liquore arrivare fino in America e riuscire a trovare anche lì così diffusi consensi. Invece, il Fernet Branca, trasportato in piccole boccette come medicinale e curativo riuscì a superare ogni barriera e arrivò a trovare proprio nell’Argentina il suo paese adottivo: un paese che nel tempo è arrivato a registrare consumi perfino più alti rispetto a quelli del suo paese di origine. Del resto, l’internazionalità è scritta nel DNA di quest’azienda che, sin da metà 1800, quando viaggiare era davvero un lusso per pochi, riuscì a piazzare il suo prodotto e le sue locandine ovunque, raggiungendo luoghi diversi e facendosi conoscere davvero da tutti.

Amari famosi ne abbiamo diversi, in Italia e nel mondo, ma davvero nessuno è in grado di competere con la versatilità del Fernet. Bevuto puro, liscio o con ghiaccio, già da tempo viene infatti utilizzato per creare cocktail e long drink di successo ed è uno degli ingredienti favoriti dai bartender di tutto il mondo che si divertono a combinarlo nei più disparati modi proprio grazie alla sua capacità di sposare perfettamente molteplici note aromatiche.

La ricetta non è mai stata rivelata nel dettaglio dal suo fondatore, viene solo tramandata tra gli amministratori delegati che si succedono alla guida dell’azienda, e proprio questo alone di mistero che avvolge gli ingredienti e il processo di fabbricazione ha creato buona parte della notorietà del Fernet-Branca che, tra l’altro, con le immagini e la comunicazione ha sempre saputo ottenere il meglio.

Tutto quello che si sa della ricetta è che le erbe usate provengono da ben quattro continenti diversi. L’aloe arriva dal Sud Africa, il rabarbaro dalla Cina, la genziana dalla Francia e la galanga dall’India o lo Sri Lanka, la camomilla dall’Europa e dall’Argentina, e queste sono solo alcune. Poi ci sono estratti di fiori, radici, piante ed erbe. Una volta selezionati, gli ingredienti vengono dosati e lavorati, a caldo o a freddo, a seconda delle loro caratteristiche.

Il composto viene lasciato invecchiare per dieci anni in botti di legno di quercia, riposte in un luogo buio e silenzioso per far sì che le sue componenti si mescolino correttamente.

Infine, la capacità dell’azienda di creare attorno al marchio una comunità coesa tra addetti ai lavori, dipendenti e consumatori è degna di nota: basti pensare alle numerose iniziative, come i Barback games o le Fernet coin, che vengono organizzate dalle distillerie Branca per rendere sempre più forte questo senso di appartenenza tra chi, in un modo o nell’altro, il Fernet lo vive ogni giorno.

Il successo di Fernet-Branca, insomma, non è frutto di una singola operazione, ma di un mix che va dal marketing al processo di produzione, dalla ricetta vincente e rigorosamente segreta alla fedeltà di tutti coloro che lavorano e amano questo marchio come uno di famiglia. Perché il Fernet, alla fine, è proprio questo: quel sapore unico e deciso che riesce a riunire attorno allo stesso tavolo diverse generazioni creando qualcosa di unico.