Nell’anniversario della nascita, oggi 30 marzo ricordiamo Melanie Klein, psicoanalista, la quale ha scoperto la tecnica dell’analisi del gioco che ha reso possibile l’analisi delle fantasie inconsce dei bambini, per fare esprimere il loro vissuto fantasmatico. Infatti, se inizialmente per Sigmund Freud la fantasia era espressione del desiderio, per Melanie Klein la fantasia diventa importante per la formazione dell’Io del bambino.
Melanie Klein e la nascita della relazione oggettuale
Melanie Klein è la fondatrice della ‘relazione oggettuale’ ed oggi, 30 marzo, è l’anniversario della sua nascita. E’ una psicoanalista nata a Vienna, appunto, il 30 marzo 1882, e morta a Londra il 22 settembre 1960. A lei il merito di aver studiato la psicoanalisi infantile e aver teorizzato le ‘relazioni oggettuali’. Nasce il concetto di ‘relazione oggettuale’. Esso si riferisce ad un rapporto dinamico tra il soggetto e l’ambiente. Quindi, c’è un reciproco influsso tra l’individuo e l’oggetto. Succede che l’individuo può provare attrazione o repulsione. Quindi, l’oggetto esercita l’attrazione o stimola il rifiuto. È un rapporto fantasmatico nel senso che è una realtà di fantasia che agisce sull’oggetto. Quest’ultimo diventa la meta su cui si concentra la carica di energia libidica. L’oggetto assume un valore affettivo prima di essere riconosciuto. Dunque, si sviluppa l’intuizione.
Lo sviluppo della relazione oggettuale
Secondo Melanie Klein, la relazione oggettuale comincia fin dalla nascita. Il momento della nascita e dei primi giorni di vita sono importanti perché il bambino vive secondo sensazioni e percezioni. Vive angoscia perché esposto a realtà che sente come ostili e in questi primi momenti di angoscia si stabilisce il rapporto oggettuale con la madre con le prime esperienze di nutrimento attraverso il seno materno. Esso è: oggetto positivo, quando c’è risposta al bisogno del bambino oggetto negativo, quando c’è frustrazione perché non c’è risposta al suo bisogno.
La relazione oggettuale indica:
- relazione con oggetti esterni, ad esempio il seno della madre;
- relazione con oggetti interni, come la madre che il bambino ha elaborato secondo la sua fantasia.
Il concetto di sé
Qui, si introduce il concetto di sé. Il sé è la personalità totale. Include sia l’Io che il Super-Io che l’Es. L’Io esiste già fin nei primi momenti della vita due punti. Il bambino è capace di avere rapporti con la realtà attraverso la fantasia. Se l’Io del piccolo è forte, riesce a superare bene le situazioni angosciose. Se l’Io del piccolo è debole, c’è il rischio della ‘frammentazione’ che va a coincidere con una malattia psichica.
Il bambino non si relaziona con la madre totale, ma con la parte della madre con cui è in contatto, ovvero il seno. Quindi, la prima relazione oggettuale è con l’oggetto parziale. In seguito, quando il bambino si differenzierà dalla madre, si relazionerà con l’oggetto totale. È importante che il bambino abbia la risposta positiva dall’esterno. Così da sviluppare l’ ‘oggetto buono’. Se la risposta è ritardata, sviluppa l’ ‘oggetto cattivo’. Per la Klein sono importanti tutti e due le espressioni. Infatti, bisogna integrare le diverse esperienze per esserci lo sviluppo.
La fantasia
La fantasia del bambino è l’espressione delle pulsioni di vita e di morte. Le pulsioni di vita fanno riferimento a realtà positive. Le pulsioni di morte fanno riferimento a realtà negative. Quando il bambino immagina qualcosa, lo immagina come realtà vera. Questa è una realtà psichica che vede perché è sperimentata come evento concreto ed è legata all’esperienza corporea. La fantasia è intesa, allora, come l’onnipotenza, cioè crea. Il bambino non può misurare la distanza tra i suoi desideri e la realizzazione dei suoi desideri. Immagina qualcosa. E immagina che qualcuno gli risponda. Quando le pulsioni sono gratificate, l’oggetto/madre è vissuto come buono. Quando la pulsione è frustrata, l’oggetto/madre è vissuto come cattivo.
Effetti nell’età adulta dello sviluppo della relazione oggettuale infantile
Una relazione prevalentemente positiva nell’infanzia, arricchisce l’adulto della capacità di amare. Ciò poiché rafforza la sua fiducia in sé e quella di relazionarsi con gli altri. Una relazione prevalentemente negativa nell’infanzia, espone l’adulto alla coltivazione di risentimenti profondi nell’altro. Nello specifico, un’esperienza positiva con l’oggetto nel primo anno di vita, favorisce un’equilibrata relazione, una relazione oggettuale positiva adulta. Quindi, promuove una capacità di empatia e di mettersi nel modo di sentire degli altri, per poterli capire.
Il piacere del sentirsi amato del bambino, da adulto viene trasferito su altra realtà.
Un’esperienza negativa dovuta alla troppa ‘scissione’ tra oggetto buono e cattivo, impedisce l’integrazione. Nell’adulto diventa difficoltà di decidere. L’adulto può essere inibito nella capacità affettiva. Può sviluppare difficoltà a pensare, ed anche a farlo con chiarezza. Come pure possono manifestarsi depressione e senso di indecisione.
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