Un gesto considerato un tradimento. La Palestina sbatte la porta della Lega Araba in segno di protesta, abbandonado la presidenza che gli compete a causa di una mancata presa in considerazione di una risoluzione di condanna nei confronti di Bahrain ed Emirati Arabi Uniti, paesi che hanno appena rinnovato il loro rapporti con Israele.
Il ministro degli esteri palestinese al-Maliki, in una conferenza stampa, ha dichiarato che è disonorevole sottoscrivere gli accordi con un paese come Israele. Questi accordi, secondo Ramallah, metteranno ancora più in difficoltà le pretese di formulare un proprio stato, occupato de facto da oltre 70 anni. Dunque, non è passata nemmeno una settimana dai ben noti accordi di Washington tra Bahrain, Emirati Arabi Uniti e Israele e la situazione sembra già essere ricca di tensione.
L’abbandono della presidenza della Lega Araba
La Palestina avrebbe dovuto presiedere le riunioni della Lega Araba per i prossimi sei mesi, ma il ministro degli Esteri Riyad al-Maliki ha detto in una conferenza stampa nella città occupata di Ramallah in Cisgiordania che non voleva più la pena ricoprire tale carica.
“La Palestina ha deciso di cedere il suo diritto di presiedere il consiglio [dei ministri degli esteri] della Lega nella sua sessione attuale. Non c’è alcun onore nel vedere gli arabi correre verso la normalizzazione con Israele durante la nostra presidenza“, ha detto Maliki.
Una logica conseguenza politica
Ahmed Aboul Gheit, segretario generale della Lega Araba, si è detto sorpreso dalla scelta di Ramallah di disertare la presidenza della più grande rappresentanza araba del mondo. Ma il peso politico della scelta dei paesi arabi di allearsi con Israele, in funzione logicamente anti-iraniana e anti-sciita, non poteva avere conseguenze differenti da questa. Intanto i media locali segnalano che una delegazione di Fatah è in Turchia per chiedere l’ìntervento di Ankara a favore della riconciliazione palestinese.
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