venerdì, Marzo 29, 2024

La nuova superpotenza in Afghanistan è la Cina

A pochi mesi dalla data in cui le truppe americane concluderanno la loro presenza in Afghanistan. La Cina si inserisce come nuova potenza super partes nello scontro, tra gli attori regionali, in Afghanistan.

Quali sono gli investimenti cinesi in Afghanistan?

Il partenariato tra Cina e Afghanistan è nato nel 2013 col memorandum di intesa tra i due paesi. L’iniziativa cinese è volta ad migliorare la propria connessione commerciale nella regione euroasiatica. Le due componenti della via della seta, quella marittima e quella terrestre, si incontreranno, così, nel paese afghano. Data la sua posizione geografica l’Afghanistan è il pieno centro negli scambi d’affari cinesi. Infatti, a nord si trova la cintura settentrionale della via della seta che collega la Russia con l’Europa, a sud la cintura meridionale che collega la Cina con il sud est asiatico. Infine al centro, appunto, la cintura centrale che attraversa l’Asia centrale si collega con quella occidentale sino al Golfo Persico e poi al Mediterraneo.


Ritiro delle truppe americane


Intesa economica e politica

Il memorandum d’intesa afferma che “le due parti promuoveranno congiuntamente la cooperazione sulla via della Seta nel tentativo di realizzare l’obiettivo dello sviluppo comune.” Tale prerogativa si deve tradurre nel consolidamento di solidi legami politici tra i due paesi. La Cina, infatti, supporta il dialogo intra-afghano, tra talebani e il governo di Kabul. L’obiettivo di entrambi i paesi è quello facilitare il trasporto delle merci e gli scambi commerciali uno con l’altro. Dalla Cina, i treni trasporteranno prodotti tessili, elettronici, materiali di costruzione. Mentre quelli di ritorno marmo, cuoio, lana, cashmere, zafferano, frutta secca e semi di pino. 

Quanto investe la Cina nella regione euroasiatica?

La Belt and Road Initiative è pronta a fungere da elemento integrante dei programmi prioritari nazionali di sviluppo delle infrastrutture del settore privato del governo afgano. La Cina ha promesso investimenti per un totale di oltre 100 miliardi di dollari ai paesi dell’Asia Centrale, nell’ambito del programma della via della Seta. Provenienti, in parte, dai fondi della Banca Asiatica per gli Investimenti Infrastrutturali (AIIB). Il commercio bilaterale tra Cina e Afghanistan è raddoppiato da 338 milioni di dollari nel 2013 a 629 milioni di dollari nel 2019, secondo i dati delle dogane cinesi.


La pace e il ruolo di India e Pakistan


Il ruolo della Cina in Afghanistan

Il ritiro delle truppe americane dall’Afghanistan, iniziato nel 2014, si concluderà alla data x dell’11 settembre 2021. La Cina potrebbe subentrare come super potenza per garantire la stabilità nella regione. In quanto, attore più che emergente in Asia centrale. Al fine di non lasciare il paese in balia degli estremismi islamici e per garantire il proseguio delle infrastrutture nel Paese necessarie alla Belt and Road Initiative.

La diplomazia della Cina in Afghanistan

Negli ultimi anni, la Cina è emersa come un attore molto attivo in Afghanistan. Il paese asiatico ha aperto una serie di canali diplomatici multilaterali intorno allo stato afghano. Infatti, la Cina ha partecipato ai colloqui regionali, ha lavorato con gli Stati Uniti e il Pakistan per portare i talebani al tavolo dei negoziati. Inoltre, ha ripetutamente spinto per ottenere che l’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO) facesse di più sull’Afghanistan. Il Dragone ha, anche, offerto un supporto limitato alle forze di frontiera afgane, tagike e pakistane. E nel 2019, ha costruito una propria base in Tagikistan che si trova a nord dell’Afghanistan per la difesa delle proprie frontiere.


La minaccia cinese per la Nato


Incentivi economici per la pace

La Cina ha ampliato, nel corso degli anni, le misure economiche al fine di indurre una pace permeante in Afghanistan. I responsabili politici cinesi hanno presentato questa cooperazione economica come il contributo più appropriato che la Cina può dare. Le iniziative sono state:

  • il comitato bilaterale di economia e commercio nel 2015;
  • i voli cargo diretti tra Afghanistan e Cina aperti alla fine del 2018;
  • la linea ferroviaria da Mazar-i-Sharif a Hairatan;
  • il corridoio ferroviario cargo tra Cina e Afghanistan, via Uzbekistan e Kazakistan.

Contributi anti terrorismo

Nel trilaterale, del 4 giugno 2021, tra i ministri degli esteri di Afghanistan, Pakistan e Cina si è sottolineato l’importanza del processo di pace in Afghanistan. La Cina ha ribadito la sua disponibilità a continuare a svolgere un ruolo costruttivo nel facilitare il miglioramento delle relazioni tra Afghanistan e Pakistan. Ribadendo il proprio impegno ad un Afghanistan libero, indipendente e sovrano. Il processo per arrivare a questo obiettivo deve essere un processo pacifico. I tre ministri degli esteri hanno, inoltre, riaffermato lo sforzo necessario a combattere, insieme, il terrorismo in tutte le sue forme. Nella lotta al terrorismo non bisogna usare “due pesi e due misure”, e non lasciare che qualsiasi organizzazione terroristica o individuo usi i loro rispettivi territori per attività contro altri paesi.


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Il ruolo diverso per la Cina in Afghanistan

L’Asia centrale può sperare che Pechino svolga un ruolo differente da quello svolto dagli Stati Uniti negli ultimi venti anni. Un ruolo che aiuti effettivamente a stabilizzare e calmare la situazione a livello regionale. Infatti, i finanziamenti della via della Seta potrebbero essere un incentivo adatto. Anche se, l’assenza degli americani, agli occhi cinesi, è effettivamente un problema. Poiché potrebbero emergere nuovi focolai di scontro se il regime dei Talebani venisse ripristinato. In particolare, nella fascia di terra, di 76 km, che unisce la Cina all’Afghanistan: il Corridoio del Vacan. La regione cinese al confine è lo Xinjiang, dove si trovano gli Uiguri. Qui, la collusione tra le cellule terroristiche talebane e quelle uigure hanno scaturito, in passato, diversi attentati terroristici. Ora, il gioco è nelle mani di Pechino che pensa, però, a un contingente Onu per giustificare la propria presenza militare nel Paese.

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