Il nuovo statuto del M5S fa discutere, fa gioire, fa parlare, fa sorridere… dipende dalle vesti che si indossano. Ma comunque rimane evidente che servisse un’aria di rinnovamento nel Movimento. Di Maio l’ha definita come la nuova era del M5S. Per un partito nato da poco più di 10 anni magari è un nuovo capitolo.
Perché Di Maio ha definito il nuovo statuto come la nuova era del M5S?
Ormai la notizia è assodata: Conte e Grillo hanno trovato una linea comune e sembra aver preso vita il nuovo statuto. Non è ancora entrato in vigore perché dovrà essere votato dagli iscritti sulla piattaforma web ma i capisaldi del M5S ne sembrano già entusiasti. Uno su tutti: Luigi Di Maio. Attuale Ministro degli Esteri, una delle punte di diamante del Movimento si esprime tramite Facebook sulla ritrovata pace tra i due leader e, più in particolare, sulle possibilità che riserva. Il post comincia così: “Lo dico con grande orgoglio: è iniziata la nuova era del Movimento 5 Stelle”. Non nasconde di certo la soddisfazione dei nuovi accordi siglati dal Garante e dal quasi Presidente del Movimento 5 Stelle 2.0. O 3.0. Probabilmente anche 4.0. Ma si sono sempre definiti un movimento proprio perché si muove. Perché non è un partito politico statico come tutti gli altri. Perché può cambiare. Tipo le alleanze a destra, a sinistra, con gli antieuropeisti e poi gli europeisti. Facciamo 2 mandati ma chi è bello ne fa anche 3. Si muove tutto. Ma andiamo avanti. Di Maio ha dichiarato che con il nuovo statuto inizia la nuova era del M5S. Cambiamenti nella struttura, nelle votazioni online, nelle organizzazioni sui territori, nelle parolacce che non si possono più dire e tanto altro, ma capiamo meglio il post.
Vietato dire parolacce: l’essenza del nuovo M5S
Il post di Di Maio: ritrovano spazio i territori
Il punto che forse nessuno si aspettava, forse quello che era andato più perduto, quello che per tanti è stato uno dei motivi del calo del Movimento è la perdita dei gruppi sul territorio. I famosi MeetUp che prendevano nome proprio dalla piattaforma utilizzata. Gruppi che non venivano riconosciuti finche non si arrivava a creare una lista elettorale e ad avere legittimamente l’uso del simbolo o comunque finche non faceva comodo. Vale la pena riportare la frase che forse ha fatto brillare gli occhi a molti nostalgici. “Sul territorio prende forma una netta riorganizzazione che renderà più efficiente la nostra attività politica, che ora sarà ben coordinata a tutti i livelli.” Chi ha vissuto e chi ha memoria delle organizzazioni territoriali sicuramente sa che basterebbe un elenco di frasi su un tovagliolo di carta per regolamentare meglio ciò che è stato.
La nuova via tra strutture e nomine
Un altro punto interessante è che finalmente si è deciso che all’interno serve una struttura. È finita l’era dei portavoce più portavoce degli altri portavoce che però valgono uno come gli altri. Uno e qualcosa dai. Infatti si legge nel post che il M5S avrà una struttura che finalmente permetterà di renderli protagonisti. Prendono vita infatti, per esempio, in modo ufficiale le figure del Garante e del Presidente. Infine si delinea la sintesi tra democrazia diretta e democrazia rappresentativa. Assolutamente nobilissimo gesto quello di voler far prendere agli iscritti le decisioni più importanti ma alla fine ragazzi noi un lavoro ce l’abbiamo già: se vi mettete d’accordo e fate quello che dite a chi vi vota va anche bene che decidiate da soli. Praticamente alla fine le cadute di Grillo non hanno impedito a Conte di mettere i punti dove probabilmente servono. La pace sembra siglata, vediamo quanto durerà questa nuova era.
Toc toc M5S sono per il CONTEggio delle anime rimaste