venerdì, Marzo 29, 2024

La network society di Manuel Castells, iperconnessa e ipercomplessa

Il sociologo Manuel Castells è considerato il padre della network society, la società delle reti in cui le strutture sociali principali e le attività sono organizzate intorno a reti di informazione elaborate elettronicamente. L’elemento di novità è, dunque, la tecnologia, la quale ha progressivamente trasformato strutture e organizzazioni. La Rete è allo stesso tempo un mezzo e un luogo di comunicazione, nonché la forma organizzativa che contraddistingue la società contemporanea.

Castells afferma che, in questo scenario, l’informazione gioca un ruolo chiave, poiché alimenta i modelli a rete e si pone come elemento di rottura con il passato. C’è un nuovo bisogno a cui far fronte, quello cioè di costruire nuove forme sociali, incentrate su prossimità semantiche, passioni e interessi specifici, piuttosto che su legami territoriali.

La network society ha provocato la nascita della mass self communication, la comunicazione di massa per le masse, caratterizzata da tre elementi: è di massa, poiché veicolata da Internet e dalle reti peer to peer, è multimodale, in quanto è consentita la ricollocazione e distribuzione di contenuti e, infine, è autonoma per ciò che riguarda la selezione dei dispositivi di emissione nelle interazioni many to many. Il sistema di comunicazione della società industriale ruotava attorno ai mass media, caratterizzati dalla distribuzione di massa di un messaggio unidirezionale one-to-many, da uno a molti. Il fondamento comunicativo della network society, invece, è costituito dal sistema globale di reti di comunicazione orizzontale, il quale trova spazio soprattutto nell’internet di seconda generazione, capace di connettere globale e locale.

Il modello della rete, dunque, è flessibile, adattabile, privo di confini. È una struttura senza centro, basata sull’interattività, sull’autonomia di ciascun nodo e sulla variabilità di scala. Ogni nodo ha la stessa importanza ed è fondamentale per il funzionamento della rete. Vengono ridefinite le dimensioni spazio-temporali: si parla infatti di “timeless time” e “space of flows”, concetti che si accompagnano ad un’inevitabile fusione tra pubblico e privato, tanto da arrivare ad escludere dalla comunicazione pubblica “coloro che non sono disposti a confidarsi” (Bauman, 2000).

La network society si ricollega al concetto di capitalismo informazionale, la cui forza principale risiede nella figura precaria del flexible worker, un ibrido tra lavoratori poveri e knowledge workers, salariati classici e consulenti ad alta specializzazione. Una network society che è, allo stesso tempo, networking e networked, attiva nel creare reti e passiva nell’esservi coinvolta.

Quella di Castells è una società iperconnessa e ipercomplessa, verso la quale il sociologo è decisamente ottimista, poiché condurrebbe ad una società più connessa, produttiva, accogliente e open-minded.

Antonella Gioia
Antonella Gioia
Classe 1995, di origini lucane, laureata in Scienze politiche, sociali e internazionali, frequenta attualmente il primo anno di magistrale in Comunicazione pubblica e d'impresa a Bologna. Innamorata della sua terra, appassionata di libri, attratta dai dettagli trascurati, interessata a tutto ciò che riguarda il marketing e la comunicazione. La penna è la sua parte migliore e la curiosità è il suo difetto più grande.

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