martedì, Aprile 16, 2024

La negoziazione ragionata

La negoziazione ragionata è una delle tre fasi della mediazione familiare nella coppia in via di separazione. Se nella fase precedente, quella della pre-mediazione, la coppia è risultata ‘mediabile’ si iniziano a sciogliere i conflitti. Così il mediatore dà il via alla seconda fase, quella della negoziazione ragionata.

Il ruolo del mediatore

Il mediatore, nella fase della negoziazione ragionata, ha due tipi di obiettivi da realizzare:

relazionali, per cui i due ex devono vedere l’altro come negoziatore. Ciò per creare comunicazione funzionale tra loro;

pragmatici, cioè la ricerca di un accordo sull’area di rapporto stabilita nella prima fase.

Il fine ultimo è trovare un equilibrio coniugale e genitoriale, se si hanno figli.

Il mediatore pone l’obiettivo pragmatico per raggiungere gli accordi stabiliti attraverso scambi e motivi. Egli deve fare attenzione a :

  • trappole dell’accordo pragmatico, cioè se si parla troppo di futuro, figli, linee educativi, bisogni, si rischia di non fare emergere i contenuti emotivi;
  • insidie del contesto colloquiale: ad esempio, il ‘congelamento’ per cui i due tendono a considerare gli aspetti pragmatici, sopendo quelli emotivi;
  • conformità contestuale, che consiste nell’alzare un muro da parte degli ex, per evitare la mediabilità dell’incontro. In questo caso, non è mediazione fallita, ma momentaneamente sospesa. Il mediatore sarà interattivo, facilitatore e guida.

Il funzionamento del mediatore

Il funzionamento del mediatore è specifico, quando la mediazione prende il via in questa fase della negoziazione ragionata.

Si verificano:

  • traduzioni e sbilanciamenti, cioè allargare i temi del confronto per dare riconoscimento e avere materiale per un accordo più duraturo. Attraverso le traduzioni, da soli i due introducono elementi da condividere con l’altro;
  • rappresentazione del figlio, ad opera del mediatore che ne fa da testimone. Per i due ex, il figlio è intollerabile perché li obbliga ad un legame;
  • riconoscimenti ed emozioni dell’altro;
  • durata, che va dai due ai cinque incontri, anche una volta al mese, e conclusione.

Domande del mediatore

In questa seconda fase il mediatore deve porre delle domande rispetto agli obiettivi. Lisa Parkinson, mediatore familiare, ha parlato di modelli e strategie operative. Ad esempio, esistono delle domande di apertura, per entrare in contatto e per far emergere le posizioni e le preoccupazioni dei mediati. Come pure, si possono porre domande informative. Altresì, esistono domande per negoziare e reality-testing. E ancora domande per sviluppare nuove opzioni e chiarire bisogni e interessi.

Ripetere e riassumere

Ripetere e riassumere vuol dire riformulare, ovvero chiarire e facilitare la comunicazione tra i due coniugi. Si ripete usando le stesse parole, considerando reciprocità e alternanza dei due ex. Il mediatore ha volontà di comprendere. Non giudica e non si schiera. Da qui, si instaura il clima positivo e collaborativo nella mediazione familiare.

Ordine del giorno

Si procede elencando su una lavagna questioni principali per dare ai due ex dimostrazione che le loro parole sono ascoltate. Bisogna stabilire un ordine di urgenza, ascoltando il racconto dei giorni passati. Quindi fare una lista prioritaria delle questioni da affrontare, che per forza vanno trattate in quell’incontro. Per evitare che ci si dilunghi troppo, bisogna stabilire un tempo massimo da dedicarci, uguale per tutte le questioni.

Uso delle emozioni

I protagonisti della mediazioni mettono in campo le proprie emozioni.

Esistono le emozioni dei membri in conflitto, e le emozioni del mediatore durante un incontro di mediazione nel percorso mediatorio. E’ importante saperle riconoscere e gestire. Come pure utilizzarle per uno scambio positivo di comunicazione emotiva per procedere verso una risoluzione del conflitto.

Robert Emery, professore di Psicologia, parla di ‘mediazione emotivamente informata’, cioè il mediatore deve essere consapevole della potente e spesso irrazionale corrente di emozioni che esiste nelle situazioni di conflitto e nel divorzio. Entrambi i partner passano per le emozioni di amore, rabbia, tristezza. Ma i due provano sentimenti diversi a seconda se sono lasciati o lasciano. Bisogna considerare il loro dolore nel conflitto. Esso aumenta la possibilità di arrivare ad un accordo. Infatti, il dolore dei due coniugi va riconosciuto. Il mediatore deve aiutare a comprendere che il loro dolore che è una perdita. E le emozioni del terapeuta sono una risorsa.

Ostacoli alla negoziazione

Gli ostacoli che si possono incontrare sono tre:

  • troppa coppia, quando escono fuori i troppi elementi riguardanti la coppia e ciò ha due conseguenze. Esse sono l’esasperazione e lo spazio condiviso, per riabilitare la comunicazione congelata durante la separazione. Qui il mediatore è garante del colloquio di mediazione;
  • troppo figli, cioè eccessiva concentrazione dei due sui figli per evitare di parlare della coppia del passato;
  • mediatore percepito al centro, per evitare l’approfondimento dei conflitti.

Conclusione

La mediazione familiare è un intervento professionale rivolto alle coppie in via di separazione o divorziate. La finalità è riorganizzare le relazioni familiari nella separazione e/o divorzio.

Bisogna considerare che tipologia di famiglia sta chiedendo aiuto. Quindi, se si tratta di coppie che si separano prima emotivamente ed affettivamente e poi legalmente, ed hanno un figlio. Oppure, se sono famiglie che si separano con figli adolescenti. O ancora se sono famiglie che includono le due precedenti, quindi sono ricostituite.

https://www.periodicodaily.com/mediazione-familiare-e-strategie-di-gestione-delle-coppie-in-via-di-separazione/

Donatella Palazzo
Donatella Palazzo
Psicologa individuale, familiare e di coppia, e scrittrice. Sessoanalista (Istituto Italiano di Sessoanalisi e Dinamiche Sessuali). Specialista delle Risorse umane. Progettista in ambito sociale e scolastico. Membro dello Staff della Casa Editrice Noitrè. L'attività comprende, tra l'altro, la valutazione dei contributi di prossima pubblicazione, l'organizzazione degli eventi da presentare al pubblico e altro in ambito culturale.

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