giovedì, Aprile 25, 2024

La natura, miglior medicina per l’umore e il benessere

Non c’è niente come immergersi nella natura per migliorare il nostro umore e stare meglio, in tutti i sensi. O così sostiene Catherine Knight, dottoressa e scrittrice.

Vivere la natura è davvero utile al nostro benessere?

La prima ricerca menzionabile in tal senso risale agli anni Ottanta, a cura di un giovane ricercatore di nome Roger Ulrich: il suo studio, effettuato in Pennsylvania, ha dato risultati ben precisi. Confrontando la salute di diversi pazienti ospedalieri, ha potuto evincere che quelli sistemati in stanze con vista sulla natura avevano degenze più brevi, e necessitavano di meno farmaci. Questo al contrario di quelli che fuori dalla finestra avevano un muro di mattoni. Può sembrare banale, ma da quel momento le ricerche in tal senso sono aumentate, anche in tempi recenti. Dagli Stati Uniti all’Europa, dalla Corea al Giappone. La scienza ha cercato di dimostrare che esiste una stretta connessione tra la bellezza della natura e il nostro benessere psicofisico. I benefici, è stato scoperto, sono molteplici. Una passeggiata in un parco è un toccasana per l’umore; inoltre allevia rabbia e aggressività, e la salute mentale ne trae giovamento.

Natura e benessere mentale: una stretta correlazione

Non soltanto gli adulti trarrebbero beneficio dal trascorrere del tempo nella natura. E’ stato dimostrato che avere uno spazio verde a disposizione ridurrebbe i livelli di stress nei bambini. Inoltre, ridurrebbe l’ansia e migliorerebbe lo stato dei più piccoli con deficit di attenzione. C’è di più: uno studio danese del 2019 dimostrerebbe che i bimbi cresciuti in mezzo al verde sarebbero meno inclini a sviluppare nell’età adulta problemi mentali. Parimenti, il contatto con la natura aiuterebbe anche chi soffre di depressione. Un altro studio, giapponese questa volta, ha evidenziato che il rapporto con il verde stimolerebbe l’attività dei globuli bianchi. E aumenterebbe gli ormoni che proteggono dall’obesità e dal diabete.

L’esperienza di Catherine Knight

Per appurare di persona queste tesi, la dottoressa Knight nel 2018 si è recata in Nuova Zelanda, per la precisione nella campagna di Waikato, Christchurch e Wellington. Ed ecco, dalle sue parole, cosa ha visto e sentito. “Le storie che le persone condividevano erano varie, ma ognuna era autentica, personale e commovente. Per alcuni, l’interazione con la natura era intenzionale, per altri accidentale. Ma tutti hanno parlato dei benefici per il loro benessere, o per il benessere della propria comunità“. La dottoressa ha scritto un libro su questo, Natura e benessere (Nature and Wellbeing in Aotearoa New Zealand), edito lo scorso anno. “In isolamento, ai neozelandesi è stato detto di restare a casa e nel loro quartiere” ha spiegato ancora. “Per molti questo ha evidenziato il valore della “natura del vicinato”: i parchi, le riserve e altri spazi naturali nelle città in cui vive l’86% di noi. Con meno traffico sulle strade, molti hanno notato di più il canto degli uccelli“. Dunque, come abbiamo visto ci sono moltissimi motivi per cui ritrovare il contatto con la madre Terra. Ripristinare ecosistemi impoveriti, ad esempio; fornire habitat a uccelli e altri animali; mantenere pulita l’aria e l’acqua; e infine, combattere il cambiamento climatico. Un tema spesso bistrattato, ma importantissimo per la stessa sopravvivenza di ognuno di noi.

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Serena Nencioni
Serena Nencioni
Nata all'Isola d'Elba, isolana ed elbana e orgogliosa di esserlo. Amo la scrittura e la musica.

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