La morte di Dostoevskij il 9 febbraio 1881

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La morte di Dostoevskij

La morte di Dostoevskij avvenne il 9 febbraio 1881, anni dopo aver scampato una condanna a morte per l’essere membro del Circolo di Petrasevskij“. Ecco quello che successe.

La morte di Dostoevskij: il circolo di Petrasevskij

la morte di Dostoevskij

Giovanissimo, ma già alle prese con un male terribile come l’epilessia, Fëdor Michajlovič Dostoevskij era, nella prima metà dell’800, uno dei personaggi più influenti dei circoli letterari pietroburghesi. All’interno di essi poteva fare sfoggio del suo talento e discutere di politica con i suoi pari. Quello di Pietroburgo era un ambiente in pieno fermento culturale, in cui la repressione ideologica del regime sembrava non incutere terrore. Soprattutto ai giovani utopisti, i quali credevano in concetti come libertà di espressione ed equità sociale.
Fu Michail Petrasevskij, politico divulgatore delle idee liberali e socialiste occidentali, a raccogliere intorno a sé scrittori e studenti col suo stesso profilo ideologico. Egli diede vita agli ormai celebri ‘venerdì’ in cui ben presto si sviluppò una tendenza fortemente anti-zarista a favore di una repubblica federativa russa.

Per Dostoevskij, sebbene non fosse troppo legato alla causa ‘rivoluzionaria’ dei suoi compagni, il circolo di Petrasevskij era una delle poche occasioni di confronto con gli intellettuali dell’epoca.

Il 9 luglio 1861 Dostoevskj ultimò la stesura di “Umiliati e offesi”

La morte di Dostoevskij: dalle parole ai fatti

I giovani rivoluzionari misero in piedi una stamperia clandestina per la divulgazione di dissertazioni fortemente polemiche. Sebbene Dostoevskij partecipasse in misura minore a quest’iniziativa, fu comunque sufficiente a condannarlo ad una sorte prevedibile, per la Russia dei tempi.
La polizia zarista non aveva mai smesso di sorvegliare le riunioni clandestine dei circoli letterari. Di conseguenza, nella notte fra il 22 e il 23 aprile 1849, irruppe nella casa di Petrasevskij arrestando più di venti fra i partecipanti a quegli incontri, fra cui Dostoevskij.
La condanna fu lapidaria: ognuno di quei giovani avrebbe pagato l’oltraggio allo zar con la morte.

La morte di Dostoevskij: il giorno della condanna

Il 19 dicembre 1849, il celebre scrittore russo è sul patibolo, assieme a venti dei suoi compagni ‘sovversivi’.
La condanna a morte viene promulgata direttamente dallo zar Nicola I, dopo averlo fatto imprigionare nella fortezza di Pietro e Paolo.

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Il giorno dell’esecuzione arrivò. Dostoevskij e i suoi compagni salirono sul patibolo. Successe, però, qualcosa di insperato, desiderato così ardentemente da risultare quasi impossibile nella sua ormai provata mente. La vita, nella figura dello zar in persona, gli diede una seconda opportunità. La condanna, infatti, venne commutata in lavori forzati, per un tempo indeterminato. Una prospettiva non proprio rosea, ma se non altro gli era stato concesso il bene più prezioso, grazie al quale avrebbe potuto sopportare tutto, anche la tortura.

Dostoevskij scontò la condanna in Siberia e, grazie alla buona condotta, riuscì ad avere uno sconto di pena servendo nell’esercito come soldato semplice nel 7º battaglione siberiano. Questa tremenda esperienza ha generato capolavori della letteratura contemporanea, come lo sconvolgente ‘Memorie dalla Casa dei Morti, spietato ritratto di un’umanità abietta, che tuttavia non dimentica di sperare.