martedì, Aprile 16, 2024

La Londra dell’ottocento nelle citazioni di Charles Dickens

Letterato curioso, romanziere profondo e giornalista appassionato, Charles Dickens, forse meglio di chiunque altro, ha scritto e raccontato la Londra dell’ottocento. Soprattutto ha descritto la città sotto gli effetti della Rivoluzione industriale.

Dickens ha colto le contraddizioni della capitale inglese del XIX secolo. Ha descritto intrecci umani legati al progresso che faceva evolvere la società ma che lasciava indietro i poveri e gli emarginati. Lo scrittore, critico severo della realtà del suo tempo, non ha mancato di sottolineare l’abbrutimento di chi restava preda del malfamato mondo dei bassifondi urbani. Allo stesso tempo Dickens ha mostrato tutta la sua sensibilità al fascino dell’intrigo poliziesco e mai ha risparmiato la curiosità verso i tetri ambienti della città.

Nebbia, fumo, orfani e poveri: l’altra faccia della Londra dell’ottocento

La Londra dell’ottocento è agli occhi di Dickens un impasto di fumo, fango, nebbia, trovatelli e orfani. Il XIX secolo vantò la Rivoluzione Industriale ma quel fantastico avvenimento, fatto di progresso e “macchine” non riuscì a garantire benessere per tutti.

Lo scrittore inglese, per tutte le sue opere, s’ispirò alla società e umanità della Londra dell’ottocento avente per protagonisti fanciulli perseguitati e storie di famigerati quartieri.

La Londra dell'ottocento in Oliver Twist

Le citazioni più belle di Charles Dickens

Oggi, 9 giugno, ricorre l’anniversario della morte del romanziere inglese. Lo ricordiamo attraverso le citazioni prese dai suoi romanzi, libri preziosi e senza tempo.

Dickens nei suoi romanzi ha affrontato temi sociali molto forti: sfruttamento minorile, sottosuoli sociali, prostituzione, violenza, abbandono. Ma egli è stato in grado di scrivere di tutto questo attraverso una penna mai troppo esasperata o triste; ha intrecciato tutti i problemi che imperversavano nella capitale inglese a episodi umoristici e comici con una verve ironica e spiritosa.

La Londra dell’ottocento: le citazioni più belle di Charles Dickens

«La comunicazione elettrica non sarà mai un sostituto del viso di qualcuno che con la propria anima incoraggia un’altra persona ad essere coraggiosa e onesta».

«Se la malattia e la tristezza sono contagiose non c’è niente al mondo così irresistibilmente contagioso come il riso e il buonumore».

«Meglio non avere occhi, piuttosto che averli cattivi».

«Gli uomini che guardano la natura o i propri simili lamentandosi che tutto è buio e triste hanno ragione, ma quei colori spenti altro non sono che il riflesso dell’amarezza che hanno nel cuore e negli occhi. I veri colori sono delicati e si mostrano a sguardi più limpidi».

«Morendo, ella era tornata alla calma serena della sua giovinezza, cancellando tutto il resto. La madre ch’era sepolta nel cimitero accanto alla casa, era la madre della mia infanzia; la piccola creatura tra le sue braccia, ero io stesso, com’ero stato un tempo, unito a lei nella sua pace, per sempre».

La Londra dell'ottocento: il racconto di Dickens

Le emozioni nella scrittura di Dickens

«É una cosa molto curiosa […] che la miseria e le ostriche debbano andar sempre insieme».

«C’è una saggezza della testa e una saggezza del cuore».

«Perchè dubiti dei tuoi sensi? Perchè un nonnulla basta a turbarli».

«L’allegria e la contentezza abbelliscono in gran misura, e sono dei famosi conservanti dello sguardo giovanile».

«Era il tempo migliore e il tempo peggiore, la stagione della saggezza e la stagione della follia, l’epoca della fede e l’epoca dell’incredulità, il periodo della luce e il periodo delle tenebre, la primavera della speranza e l’inverno della disperazione. Avevamo tutto dinanzi a noi, non avevamo nulla dinanzi a noi».

«Nessuno è inutile in questo mondo se è capace di alleggerire i pesi di un altro uomo».

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