La Lituania risponde alle critiche lanciate da Medici Senza Frontiere sul trattamento riservato ai migranti irregolari. Nei giorni scorsi, MSF ha accusato il governo lituano di “discriminazione sistematica” nei centri di registrazione degli stranieri.
MSF accusa la Lituania di discriminazione dei migranti
Nei giorni scorsi, Medici Senza Frontiere (MSF) ha condannato le pratiche della Lituania nei confronti dei migranti irregolari. Secondo MSF, i migranti sono soggetti a “discriminazione sistematica” nei centri di registrazione degli stranieri. Inoltre, sempre secondo l’organizzazione, i migranti vulnerabili sono tenuti in detenzione prolungata in Lituania e subiscono un allarmante deterioramento della loro salute mentale. MSF sostiene che le pratiche di asilo e le procedure legali della Lituania siano viziate in quanto discriminano ulteriormente alcune nazionalità. MSF ha pertanto chiesto che la detenzione prolungata in Lituania sia immediatamente interrotta.
La Lituania risponde alle critiche di MSF
Il ministro dell’Interno lituano, Agnė Bilotaitė, ha risposto alle critiche lanciate da MSF. Bilotaitė ha affermato che i migranti non sono detenuti e hanno accesso alle cure di base. “Il numero di persone che vivono nei centri di accoglienza è ormai notevolmente diminuito. Attualmente circa 600 persone risiedono nei centri”, ha detto il ministro. “Voglio assicurare che forniamo e garantiamo l’accesso all’assistenza sanitaria, a tutti i servizi”, ha aggiunto. Bilotaitė ha poi sottolineato che il governo sta attualmente creando un’istituzione che si occuperà dell’accoglienza e dell’alloggio dei migranti, che spetterà al Ministero della previdenza sociale e del lavoro. “Penso che faciliterà l’intero processo in futuro e aiuterà a organizzarlo molto meglio perché vediamo vari problemi in arrivo ora quando il processo è gestito dagli ufficiali”, ha affermato. Ha inoltre sottolineato che i funzionari lituani hanno collaborato con organizzazioni non governative e internazionali.
Leggi anche: Migrazioni Bielorussia: Polonia e Lituania chiedono aiuto a Bruxelles
