giovedì, Marzo 28, 2024

La legislatura si chiude senza l’approvazione del DDL sul Diritto alle origini biologiche. Protestano le Associazioni.

Gravissima lacuna della legislatura uscente in tema di Diritti.  Il DDl sulle origini biologiche  non è diventato legge,  lasciando inattuato un Diritto sacrosanto anche se, forse, poco conosciuto.  Molti non sanno, o conoscono soltanto superficialmente, cosa ci sia dietro il fenomeno dell’adozione, la lodevole istituzione che permette a due soggetti incompleti, il bambino senza genitori e i genitori senza bambino, di creare una famiglia.
Dietro questa edificante realtà ce n’è un’altra meno evidente che consiste nella separazione di un figlio da chi lo ha generato, soprattutto nel caso dei figli non riconosciuti alla nascita, per i quali lo strappo avviene nei primi giorni di vita, e la solitudine, o il cambio delle figure di riferimento prima che arrivi una regolare adozione lacerano la psiche, lasciando cicatrici indelebili nell’anima e nel corpo.
Una di queste, tra le più profonde, consiste nel non conoscere le proprie origini biologiche, nel non sapere chi ti ha messo al mondo, in quale luogo geografico abbia vissuto, perché ha scelto di non tenerti con sé, e, non ultimo, da quali malattie ereditarie fosse affetto.

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Queste basilari informazioni sulla propria storia sono negate dalla legge italiana, per cento anni dal momento della nascita. Sì, proprio come nella favola, dove alla Bella addormentata era stato inflitto un sonno lunghissimo, e soltanto il bacio del principe avrebbe potuto riportarla alla consapevolezza della vita.
Quel “bacio” i figli adottivi lo hanno chiesto disperatamente al Parlamento, e da due legislature si sono battuti senza risparmio, sostenuti dall’Associazione Faegn e dal Comitato nazionale per il diritto alle origini biologiche. Quest’ultimo, formatosi nel 2008, è nato con il preciso intento di far approvare una legge che modificasse quella vigente, detta, appunto, dei Cento anni, evidentemente assurda e iniqua, in favore di un’opzione più realistica e meno punitiva, ispirata alle norme vigenti in tutta l’Europa e nel mondo, peraltro affermate dal Parlamento Europeo, dalla Corte Costituzionale e infine dalla Corte di Cassazione. E invece niente. La legislatura si è chiusa senza aver compiuto questo fondamentale dovere: il senato non ha dato seguito all’approvazione del DDl alla Camera già nel 2015, e  alle Sentenze della Magistratura, rifiutandosi di attribuire dignità ai quattrocentomila cittadini italiani che vivono costretti a non conoscere le proprie radici, come tronchi spezzati a metà e senza radici. L’abuso compiuto sulla salute mentale e fisica di tali persone è gravissimo, si tratta di una vera violenza verso chi, già colpito dalla sorte per le condizioni della propria nascita, si trova nell’impossibilità di recuperare dati essenziali alla sua vita, che per tutti gli altri sono scontati. Se nascere senza un braccio fa parte di cause naturali, non così per la mancanza delle origini, un male evitabile, perché dipende soltanto dall’inerzia politica rispetto a una necessità fondamentale dell’essere umano: rispondere alla domanda “chi sono io”?manifestaziione.jpg
Per tale motivo il Comitato per il diritto alle origini vuole esprimere oggi la propria totale disapprovazione al Senato italiano ribadendo “ la profonda delusione delle migliaia di aderenti, e la volontà di scegliere nel prossimo futuro, rappresentanti politici più sensibili e meno piegati a logiche che niente hanno a che vedere con la buona politica e che, anche in questo caso, hanno determinato la non volontà di varare una legge che eliminasse le attuali ingiustizie a carico dei figli non riconosciuti alla nascita.”

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