venerdì, Aprile 19, 2024

La La Land – L’assenso ed il dissenso.

 

 

Sette Golden Globe, quattordici nomination agli Oscar: difficile non parlare di La La Land, l’ultimo capolavoro di Daniel Chazelle, entrato nella storia per aver eguagliato i record di Titanic ed Eva contro Eva.

Dopo il successo di Whisplash (2014), vincitore di tre premi oscar, il regista statunitense torna a far parlare di sé con una particolare riflessione sulla vita. La La Land si può amare e odiare, questo è certo; rievocando un clima fatato tipico dei grandi musical classici, come Un americano a Parigi o Cantando sotto la pioggia, e omaggiando il tip-tap di Fred Astaire e Ginger Rogers, il film si presenta come una novità non del tutto originale.

La musica e la fotografia sono accuratissime ed eleganti, il motivetto centrale City of Stars – composto da Justin Hurwitz – risuonerà per tutto il corso del film con delicatezza ed armonia, come se fosse un flusso di coscienza continuo.

Tutto fantastico, sì, ma qualche pecca c’è: la storia bella, ma non completamente originale; una storia romantica che accompagna un messaggio ben preciso, “non arrendersi mai di fronte ai sogni, combatti per fare in modo che si avverino”.

Mia (Emma Stone) e Sebastian (Ryan Gosling) sono due sognatori che vivono in una Los Angeles filmata in tutta la sua bellezza, lei cameriera ma vorrebbe dedicarsi alla recitazione, lui pianista che si guadagna da vivere con il pianobar ma vorrebbe aprire un proprio Jazz club. Insoddisfatti delle proprie vite, quindi, grazie ad una serie di fortunate coincidenze si incontrano e si innamorano, ma non mancheranno le difficoltà e le sofferenze.

Impeccabili nella recitazione, Emma Stone e Ryan Gosling si rivelano capaci di fare qualsiasi cosa: ballano, cantano, soffrono e gioiscono insieme ai loro personaggi. Sono proprio loro, infatti, l’asso nella manica di Chazelle. Ironico e tagliente lui, elegante e dinamica lei, riescono a focalizzare l’attenzione per tutti e 128 i minuti, riuscendo ad oscurare anche grandi personalità come il dieci volte premiato Grammy John Legend.

Sulla carta, quindi, questo film è la ventata d’aria fresca che tutti cercavano, con un consenso social che in pochi si possono permettere, ma non per questo mancano le critiche. Il film piace, ma non proprio a tutti: viene contestata, a volte, una lentezza di alcune scene o una poca originalità nel canovaccio, la presenza di troppi cliché. Che la trama sia già vista è certo, ma di particolare rilievo è il finale: infatti, se per tutto il corso delle scene ti abitui a sognare e vivi insieme ai protagonisti la loro ‘fiaba moderna’, l’ultima scena è come una secchiata d’acqua fredda in testa, ti riporta alla realtà, ti sorprende e ti lascia di stucco, sembra quasi volerti dire: “ci stavi credendo eh, ma non può essere così”. Ed è proprio quell’amaro in bocca a rendere La La Land particolare, è la spinta in più.

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