mercoledì, Dicembre 6, 2023

La guerra esiste anche se non ne parliamo

Tutti i bambini conoscono la tachipirina, anche se hanno paura delle medicine sanno a cosa serve e man mano che crescono imparano anche come e quando usarla. E non è per paura dell’influenza che non parliamo dell’influenza ai nostri figli. Per lo stesso principio, e in qualche modo anche per lo stesso motivo, parlare della guerra, e dei sistemi di protezione personale, con i bambini è, mai come in questo momento, necessario. La guerra esiste anche se non ne parliamo.

Perchè è importante parlarne

Mia figlia ha quasi 13 anni e va a scuola a Cracovia, a 250 chilometri dal confine con l’Ucraina. Sa cos’è la guerra da quando il 24 febbraio ci siamo svegliate con le notizie dell’invasione della Russia in Ucraina e da quando la stazione centrale di Cracovia è stata invasa da profughi in fuga. Sa cos’è una sirena, sa come suona, sa cos’è un rifugio, la regola due muri. A scuola porta nello zaino telefono cellullare carico e una powerbank carica. Andrea Chandra è fortunata, da giugno vive a stretto contatto con militari che non hanno problemi a parlare e spiegare cosa succede e come fare in situazioni di emergenza. Ma non è cosi per tutti i bambini. E ci pensavo ieri quando Andrea ha voluto provare a mettere il giubbotto antiproietteli di uno dei nostri militari. Voleva vedere come si indossava, capire quanto pesava. E si è chiesta “Ma come faccio a correre se devo scappare in un rifugio con sta cosa addosso?”. E poi “E comunque, se sono a scuola e scatta la sirena, dove dobbiamo andare? A scuola non abbiamo un rifugio…”.


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La guerra esiste, parlarne può salvare una vita

Da qui l’esigenza di scrivere questo pezzo. Dobbiamo parlare con i nostri figli di cosa è e cosa fa la guerra. Non di una cosa lontana, impossibile. Le notizie di questi giorni fanno pensare che potrebbe toccare tutti noi, ovunque in Europa. E non è una ipotesi cosi lontana e impossibile, purtroppo. Quindi per quale motivo non raccontare cosa fare e come fare in caso di emergenza? Perchè insistiamo a far finta che non esista? Non sto dicendo che dovete tenere in casa un giubbotto antiproiettile, anche se, nel caso in cui ne avete la possibilità, è una cosa in questo momento utile, come avere un estintore. Non è che prevedete che la casa vada a fuoco, ma nel caso succedesse avete come prottegervi dal fuoco e intervenire. La stessa cosa del corso di primo soccorso, che ormai anche molte scuole superiori fanno fare ai propri studenti. Sapere dove ripararsi in caso di tornado o bomba è la stessa cosa. Eppure noi, in Italia, inisistiamo a fingere che queste cose non esistono. I nostri figli non hanno idea di cosa sia un rifugio e non sanno dove sia quello più vicino o il luogo più adatto. Non sanno come difendersi da un’alluvione, quali precauzioni prendere. Essere contro la guerra non evita che questa succeda. Purtroppo.

Sowmya Sofia Riccaboni
Sowmya Sofia Riccaboni
Blogger, giornalista scalza (senza tesserino), mamma di 3 figli. Guarda il mondo con i cinque sensi, trascura spesso la forma per dare sensazioni di realtà e di poter toccare le parole. Direttrice Editoriale dal 2009. Laureata in Scienze della Formazione.

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