giovedì, Aprile 25, 2024

La gamba tesa della Nato nello scontro tra Cina e G7

La Cina ha accusato il G7 di manipolazione politica ed interferenza nei propri affari interni. In contrapposizione alla posizione espressa, domenica 13 giugno, nella dichiarazione conclusiva del summit, sulla questione dei diritti umani nello Xinjiang e ad Hong Kong.

Chi sono stati i partecipanti al G7?

Il Forum del G7 appena concludesi in Cornovaglia ha tracciato le linee guida della politica internazionale per i prossimi anni. Le più importanti economie del mondo sono: Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Giappone, Canada, Italia ed Unione Europea in toto. Il Forum, il primo in presenza post pandemia, ha rilanciato l’alleanza transatlantica per contrapporsi all’ascesa della potenza economica cinese. America is back, e il relativamente nuovo nemico è la Cina.

Cina senza invito ma comunque presente

Nonostante la Cina sia la seconda economia mondiale non è stata invitata come osservatrice al G7 in Scozia. Mentre Sudafrica, Australia, Corea del Sud e India sì. Le due potenze asiatiche sono state invitate in gran parte per il loro ruolo di contenimento anti cinese. Quest’ultime sono, infatti, le principali competitor del dragone nel mercato asiatico.

Da cosa deriva la polemica della Cina contro il G7?

Il documento a conclusione del G7 si riferisce per 3 volte alla Cina. La prima volta, al punto 16, della dichiarazione, in merito alla questione dell’origine del virus Sars Covid 19. I firmatari del documento hanno dichiarato nella sezione riferita al contenimento della pandemia che: “Bisogna rafforzare la trasparenza e la responsabilità, anche ribadendo il nostro impegno per la piena attuazione del Regolamento Sanitario Internazionale del 2005 e per una sua migliore osservanza. Ciò include l’investigazione, la segnalazione e la risposta ai focolai di origine sconosciuta. Chiediamo anche un ulteriore studio sulle origini del COVID-19 di fase 2 condotto dall’OMS. Tempestivo, trasparente, guidato da esperti e basato sulla scienza, anche in Cina, come raccomandato dal rapporto degli esperti.


Cina contro il G7: contro di noi accuse infondate


Accusa del G7 al sistema economico cinese

Nella dichiarazione i membri del G7 si impegnano a riconoscere la particolare responsabilità delle maggiori economie mondiali a sostenere il sistema internazionale. L’impegno dei membri sarà quello di lavorare con i tutti partner. Essendo, essi stessi, membri del G20, delle Nazioni Unite e della più ampia comunità internazionale. La dedizione è dettata sulla base dell’agenda condivisa e sui valori democratici. Nell’atto conclusivo si legge che: “Per quanto riguarda la Cina e la concorrenza nell’economia globale, continueremo a consultarci sugli approcci collettivi per sfidare le politiche e le pratiche non di mercato che minano il funzionamento equo e trasparente dell’economia globale.”

Il cuore del problema

I membri del G7 hanno tracciato le rispettive responsabilità essendo parte di un grande sistema multilaterale. Le potenze economie coopereranno nel loro reciproco interesse sulle sfide globali condivise. Il focus principale è quello di affrontare le sfide generate dal cambiamento climatico e la perdita di biodiversità nel contesto della COP26. Allo stesso tempo bisogna promuovere i valori democratici nel mondo. Anche la Cina è stata invitata a rispettare i diritti umani e le libertà fondamentali, soprattutto in relazione alle minoranze uigure nello Xinjiang. Oltre che la situazione della mancanza di autonomia politica a Hong Kong. Tale diritto, infatti, sarebbe sancito dalla Dichiarazione congiunta sino-britannica e dalla Legge fondamentale.

La terza questione di scontro tra Cina e G7: Taiwan

I membri del G7 hanno riaffermato l’importanza di mantenere l’Oceano Indo-Pacifico libero ed aperto al commercio. Sottolineando l’importanza della pace e della stabilità nello stretto di Taiwan al fine di giungere a una risoluzione pacifica delle tensioni in corso. Infatti i partecipanti del G7 sono seriamente preoccupati per la situazione nei mari della Cina orientale e meridionale. Inoltre, questi si oppongono fermamente a qualsiasi tentativo unilaterale di cambiare lo status quo e aumentare le ostilità tra Cina e Taiwan.


Taiwan ringrazia il sostegno del G7 nei suoi confronti


Qual’è l’obiezione della Cina alle accuse del G7?

La narrativa di Pechino sostiene che l’Occidente sia in declino da tempo. Secondo la Cina, il Forum economico vale poco rispetto all’attuale equilibrio di forze, soprattutto commerciale, in campo. La prima voce a protestare contro il comunicato finale del G7 è stata quella del portavoce dell’ambasciata cinese a Londra. Il rappresentante ha dichiarato che: “Il Gruppo dei Sette sfrutta le questioni relative allo Xinjiang per dedicarsi alla manipolazione politica e interferire negli affari interni della Cina, noi ci opponiamo fermamente a questo”. E che la diplomazia dei microfoni non è consigliabile, e la “politica di gruppo” in particolare non risponde alle esigenze dei tempi. Inoltre, la Cina si è impegnata da tempo a garantire un uguale trattamento a tutti gli attori del mercato con un adeguato sistema di tariffe.

L’indipendenza dell’indagine dell’Oms

La Cina, prosegue il portavoce, ha sempre mantenuto un atteggiamento aperto e trasparente con la comunità internazionale. Ed ha assunto un ruolo guida nella cooperazione sulla tracciabilità del virus con l’Organizzazione mondiale della sanità. Non bisogna politicizzare la questione sanitaria, ma seguire il lavoro già svolto in modo scientifico, obiettivo ed equo. Il portavoce ha sorvolato sulla richiesta di nuova indagine. Dicendo che: “Il gruppo di esperti Cina-Oms ha condotto ricerche in modo indipendente, scrivendo rapporti indipendenti, seguendo le procedure dell’Oms e adottando metodi scientifici”.


Alleanza Cina-Russia per la NATO è una minaccia


Oltre il G7: anche la Nato è schierata contro la Cina

Un portavoce del ministro degli esteri ha dichiarato, oggi, a Reuters, che bisogna fermare il diffondersi della cosiddetta: la teoria della minaccia cinese. Dopo che il gruppo Nato, riunito in questi giorni a Bruxelles, ha presentato la Cina come una vera e propria sfida sistematica. Difatti, nel rapporto del vertice, del 14 giugno, si legge a proposito della Cina che: “le ambizioni dichiarate della Cina e il suo comportamento assertivo presentano sfide sistematiche all’ordine internazionale basato sulle regole e alle aree rilevanti per la sicurezza dell’Alleanza. Siamo preoccupati da quelle politiche coercitive che sono in contrasto con i valori fondamentali sanciti dal Trattato di Washington.”

Cosa preoccupa di più la Nato?

La Cina sta, rapidamente, espandendo il suo arsenale nucleare con più testate e con un maggior numero di sofisticati sistemi di consegna per stabilire una triade nucleare. Inoltre, la Nato considera la Cina poco trasparente nell’attuazione della sua modernizzazione militare e della sua strategia di fusione militare-civile dichiarata pubblicamente. Inoltre il paese asiatico sta, anche, cooperando militarmente con la Russia, attraverso la partecipazione alle esercitazioni militari russe nell’area euro-atlantica. Infine, i membri della NATO sono preoccupati per la frequente mancanza di trasparenza della Cina e il costante uso di disinformazione. La Nato, perciò, chiede alla Cina di mantenere i suoi impegni internazionali e di agire in modo responsabile nel sistema internazionale. Sia nel settore spaziale, informatico e marittimo, in linea con il suo ruolo di grande potenza.

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