Il video pubblicato sui social: “Migranti picchiati da guardia costiera libica”, la denuncia di Sea Watch
Ancora respingimenti nel Mediterraneo. La denuncia si Sea Watch a denunciarli, postando un video su Twitter, è l’equipaggio della ONG tedesca Sea Watch 4 che ieri ha soccorso in mare 77 persone fra cui 11 donne e un neonato. Poco prima dell’operazione, l’equipaggio ha assistito all’intercettazione violenta di un altro gommone da parte della guardia costiera libica. I migranti sarebbero stati inseguiti da una motovedetta e poi riportati indietro. “Questa mattina (ieri, ndr), Sea Watch4 ha visto la cosiddetta Guardia costiera libica picchiare le persone su un gommone – scrive l’ong -. A nome dell’Europa, li hanno riportati violentemente in Libia contro la loro volontà“.
Migranti, la Ocean Viking verso Augusta
Intanto la Ocean Viking, la nave della ong europea Sos Mediterranee, sta navigando verso Augusta, dopo aver ricevuto l’ordine dalle autorità competenti di far sbarcare le 236 persone salvate da due gommoni in difcoltà martedì 27 aprile. Se è grande il sollievo per i sopravvissuti che presto raggiungeranno un luogo sicuro, gli eventi della scorsa settimana nel Mediterraneo centrale lasciano i nostri soccorritori amareggiati e addolorati e forte è l’urgenza di far sapere all’Europa la realtà di cui sono stati testimoni, si legge in una nota.
Nave “Comandante Foscari”: soccorre 49 migranti a 75miglia da Tripoli
Quattro sbarchi a Lampedusa: 532 migranti arrivati sull’isola
Molti dei sopravvissuti a bordo della Ocean Viking hanno raccontato ai volontari della ONG le violenze che hanno subito in Libia per mano dei trafficanti. “Vedendo la fragilità dei gommoni in cui avrebbero dovuto imbarcarsi e le onde alte di quella notte, molti di loro hanno avuto paura ma sono stati picchiati e costretti a salire a bordo” spiegano i volontari. Tra di loro anche quattro fratelli e sorelle, bambini di 10, 11, 12 e 17 anni, che viaggiavano da soli sono stati percossi dai trafficanti.
Più di 500 migranti sbarcati a Lampedusa
A Lampedusa quella del primo maggio è stata una giornata di sbarchi. Sono complessivamente 532 i migranti arrivati nella notte. La prima carretta del mare con a bordo 56 persone, tra cui 27 donne e 4 minori, è approdata intorno a mezzanotte. Poco dopo gli uomini della Capitaneria di porto e della Guardia di finanza hanno intercettato un’imbarcazione con 85 migranti.
Intorno alle 3.30 un terzo approdo, che ha portato sull’isola 185 persone, tra cui due donne e tre bambini. A distanza di un’ora, altri 112 migranti, tutti uomini, hanno raggiunto la più grande delle Pelagie. L’ultimo sbarco in ordine di tempo ha portato sull’isola 94 migranti, tra loro anche due donne e una bimba. Tutti, dopo un primo triage sanitario, sono stati condotti nell’hotspot di contrada Imbriacola, dove si trovano al momento circa 570 ospiti.
Ecco come si svolge un’intercettazione della cosiddetta guardia costiera libica.
— Sea-Watch Italy (@SeaWatchItaly) April 30, 2021
Persone in pericolo picchiate e costrette con la forza a tornare nell’inferno da cui fuggivano.
Oggi l’equipaggio di #SeaWatch4 ne è stato testimone e ha documentato i fatti con queste immagini. pic.twitter.com/rZiREGmSF0
Quarto soccorso in 2 giorni.
— Sea-Watch Italy (@SeaWatchItaly) May 1, 2021
La notte appena trascorsa il nostro equipaggio ha individuato e soccorso un’altra imbarcazione in difficoltà. A bordo 94 persone, tra cui molti minori non accompagnati. Abbiamo chiesto un porto sicuro di sbarco per le 308 persone a bordo di #SeaWatch4 pic.twitter.com/mFAlk7WONF
I migranti intercettati dalla Guardia Costiera Libica sono stati costretti a rientrare in Libia.
Polemiche sull’intervento di Mario Draghi
Il premier Mario Draghi, durante la conferenza stampa con il primo ministro libico Abdul Hamid Dabaiba aveva ringraziato la Guardia Costiera libica per il lavoro che svolge:
“SUL PIANO DELL’IMMIGRAZIONE, NOI ESPRIMIAMO SODDISFAZIONE PER QUELLO CHE LA LIBIA FA NEI SALVATAGGI E, NELLO STESSO TEMPO, AIUTIAMO E ASSISTIAMO LA LIBIA”.
Le parole del premier hanno però scatenato profondi polemiche, soprattutto dopo la pubblicazione del video da parte della Ong tedesca.