La Cina sta tenendo fede ai propri piani strategici di rilancio economico, già documentati anni addietro. Il documento ufficiale Made in China 2025 (per sapere di più cliccare qui), pubblicato nel 2015, descrive infatti uno scenario in cui il Dragone raggiungerà la potenza americana nei prossimi 5 anni, e la sorpasserà nei prossimi 10. Il primo punto che vedrà i cinesi protagonisti assoluti è la digitalizzazione, grazie a pesanti investimenti sulla tecnologia e l’intelligenza artificiale. L’obiettivo è arrivare ad un punto di completa autonomia robotica, industriale e strategica, che vedrà la Cina definitivamente sconnessa dagli aiuti stranieri.
Tutte le aspirazioni cinesi ce le confermano ora i numeri del 2020. Nonostante la pandemia da Covid stia decimando l’economie mondiale, la Cina sta continuando a crescere. Lo dice un rapporto dell’Ufficio Nazionale di statistica cinese: il paese, osserva il documento, ha incrementato la sua economia riuscendo al contempo a diminuire il tasso di disoccupazione. Si registra anche un balzo importante dal punto di vista della produzione industriale, permessa da una grande iniezione di liquidità (120 miliardi di euro) della Banca Popolare Cinese.
La Cina diventerà la prima economia mondiale grazie alla pandemia
Quali sono i numeri dell’economia cinese?
Durante e dopo la crisi, la Cina ha registrato un netto incremento del prodotto interno lordo. Nel terzo trimestre del 2020 ha guadagnato un +4,9%, dopo una contrazione registrata tra gennaio e marzo. L’economia cinese è forte soprattutto dal punto di vista del manifatturiero, che gode ora di un balzo del 7% rispetto al precedente anno. Le statistiche dell’istituto cinese si soffermano anche sulle capacità di Pechino di rattoppare i buchi post-pandemici: il governo infatti ha rafforzato del 2.6% gli investimenti pubblici, puntando su asset strategici come le infrastrutture interne. Secondo Bo Zhuang, economista della TS Lombard, il problema da risolvere per i cinesi è l’aumento della domanda interna, in modo da stimolare il proprio mercato.
Le altre potenze confrontate con la Cina
Veniamo ora ai paragoni con le altre potenze (Eurozona e USA), funzionali a far capire quanto il colosso asiatico sia avanti ai propri competitors. La Banca Mondiale prevede una contrazione dell’economia degli Stati Uniti del 3,6%, mentre per l’Eurozona del 7,4%. La contrazione a livello mondiale invece sarà del 4,3 per cento. Sempre la Banca Mondiale prevede un collasso economico di immani proporzioni, il più grande dal 1873 (anno in cui La Grande Depressione colpì Europa e Stati Uniti) che porterà con se una crescita importante dei livelli di povertà, sia nei paesi industrialzzati che non.