venerdì, Aprile 19, 2024

La Cina annuncia ufficialmente la sconfitta della malaria

È ufficiale: la Cina annuncia di aver definitivamente sconfitto la piaga della malaria. Oggi c’è la conferma ufficiale.

La Cina annuncia l’addio alla malaria?

La certificazione è data dall’Oms, Organizzazione Mondiale della Sanità. La battaglia è durata dieci anni. Ma infine, nel 2017 il Paese asiatico è riuscito ad azzerare un bilancio annuale stimato a 30 milioni di casi (tra questi 300.000 decessi). Nel tempo, la Cina è riuscita a sviluppare sorveglianza tecnica, medicinali e tecnologie, per interrompere il ciclo di trasmissione tra le zanzare Anofele e l’uomo.


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Una lotta iniziata negli anni 50

Le sperimentazioni in tal senso sono iniziate nei lontani anni 50. Già allora si tentavano programmi per distribuire farmaci antimalarici alle persone a rischio, oltre a ridurre i luoghi di riproduzione delle zanzare e a spruzzare insetticidi. Invece, alla fine degli anni 60 iniziava un nuovo programma, creato allo scopo di identificare nuovi farmaci. Uno dei protagonisti di questa impresa fu il chimico farmaceutico Tu Youyou. Analizzando vari intrugli della medicina tradizionale cinese, aveva infine isolato l’artemisinina dall’assenzio dolce.

Nell’artemisinina la soluzione

Il nome scientifico era Artemisia annua, e divenne il principio essenziale nei farmaci utilizzati oggi contro la malaria. La sua scoperta valse al chimico il Premio Nobel per la medicina e la fisiologia nel 2015. Infine, la Cina è stata tra i Paesi che negli anni 80 aprirono la via all’uso di reti trattate con insetticida.

Il calo dei casi

Nel corso degli anni dunque i casi sono gradualmente calati, toccando i 5000 l’anno alla fine degli anni 90, ed era del 2012 l’inizio di una campagna denominata strategia 1-3-7. Questa permetteva alle strutture sanitarie locali 1 giorno per segnalare la diagnosi di malaria, 3 giorni per indagare sul caso e 7 per attuare le necessarie contromisure. Negli ultimi anni, infine, gli scienziati cinesi hanno lavorato per sviluppare approcci basati sulla genetica, per monitorare la resistenza ai farmaci e insieme distinguere i casi del territorio da quelli importati.

La certificazione dell’Oms

“La capacità della Cina di pensare fuori dagli schemi ha servito bene il Paese nella sua stessa risposta alla malaria” ha fatto sapere in una nota Pedro Alonso, direttore del Programma Globale contro la malaria dell’Oms. In conclusione, la Cina annuncia di essere riuscita a mantenere zero casi indigeni per tre anni consecutivi, e richiede così la certificazione dell’Oms. Questa è stata concessa dopo un’ispezione nello scorso mese di maggio, effettuata dal gruppo indipendente di certificazione per l’eliminazione della malaria.

Ottenere e mantenere

Per poter mantenere tale certificazione, però, il Paese deve dimostrare di possedere un programma per prevenire un nuovo vigore della malattia. Una sfida tutt’altro che semplice, poiché il gigante asiatico condivide i suoi confini con il Myanmar, la Thailandia e il Laos, dove la malaria è ancora fortemente endemica. Ad oggi la Cina è il quarantesimo Paese ad essere riuscito nell’impresa, oltre che il più popoloso.

Serena Nencioni
Serena Nencioni
Nata all'Isola d'Elba, isolana ed elbana e orgogliosa di esserlo. Amo la scrittura e la musica.

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