giovedì, Ottobre 3, 2024

La Borsa di New York non revocherà le società di telecomunicazioni cinesi

Qualche giorno fa si parlava del delisting di tre gruppi delle telecomunicazioni Cinesi dalla borsa americana

I tre marchi che erano finiti nel mirino erano, China Telecom, China Mobile e China Unicom. China Mobile, il principale dei tre gruppi, è quotato al Nyse ormai dal 1997, uno dei pionieri dello sbarco cinese a Wall Street per attirare capitali globali.

Annuncio shock

Ma la Borsa di New York ha dichiarato che non prevede più di rimuovere tre società cinesi nel settore delle telecomunicazioni. 

L’inversione non è solo un annuncio shock, ma ha acuito la confusione creata dal giro di vite degli Stati Uniti nei confronti delle aziende che affermano essere collegate all’esercito cinese.

Il piano era di rimuovere le società prima dell’11 gennaio. Tuttavia, la nuova dichiarazione afferma che dopo ulteriori consultazioni con le autorità di regolamentazione competenti, il piano è cambiato.

Le azioni delle società negoziate a Hong Kong (sostenute dalla Cina), sono aumentate quando è stata annunciata la notizia. Le società sono China Unicom Hong Kong, China Telecom e China Mobile.

Rischio di divieto di investimento

Dal momento che arriva nelle ultime settimane della presidenza di Donald Trump, la mossa è vista come un capovolgimento e mostra una mancanza di ordine nel modo in cui è stato implementato il divieto degli Stati Uniti a 35 società cinesi con legami con l’esercito cinese.

Tariq Dennison, amministratore delegato di GFM Asset Management a Hong Kong, ha affermato che mostra quanto sia oscuro il set di linee guida normative negli Stati Uniti, specialmente quando il paese sta cambiando amministrazione.

Il fondo di Dennison possiede azioni sia in China Mobile New York che in Hong Kong.

Logico o bizzarro

Il MD ha quasi terminato la liquidazione delle posizioni di New York, in previsione della necessità di trovare investimenti da parte dei clienti statunitensi con una minore esposizione al rischio di divieti.

Alcuni analisti ritengono che la borsa sia stata incaricata di modificare il proprio piano dall’Office of Foreign Assets Control, che ha il compito di far rispettare le sanzioni perché il delisting non era necessario anche se il divieto di investimento in società collegate era ancora in vigore.

L’intera cosa sembra una mossa logica poiché la Cina rappresenta almeno un quarto del reddito estero degli Stati Uniti.


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