Un nuovo studio prevede che il ghiaccio marino, che durante il periodo estivo galleggia sulla superficie dell’Oceano Artico, potrebbe scomparire completamente entro il 2035. Fino a tempi relativamente recenti, gli scienziati non pensavano che saremmo arrivati a questo punto prima del 2050.
L’Artico sta scomparendo e con esso scomparirà tutta la vita annessa a questo incredibile ambiente.
Negli ultimi dieci anni le temperature nell’Artico sono aumentate di quasi 1°C.
Entro la metà del secolo, se non diminuiamo le emissioni di gas serra, l’estremo nord sara di 4°C ancora più caldo.
Tuttavia nuovi studi affermano che, anche se riuscissimo a diminuire perfino di due gradi l’innalzamento delle temperature, ciò non basterebbe per evitare la perdita dei ghiacci durante l’estate.
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Le conseguenze catastrofiche del caldo che aumenta nell’Artico
L’aumento delle temperature sta anche velocizzando lo scioglimento del permafrost nelle zone più a nord dei continenti con conseguenze molto gravi.
Ad esempio, nell’Artico canadese, le case affondano e le strade si sfaldano mentre in Russia, questa primavera, un serbatoio di carburante di una centrale elettrica è crollato rilasciando 21.000 tonnellate di gasolio nelle acque vicine.
Inoltre quando il permafrost si scioglie rilascia nell’atmosfera quantità enormi di CO2 e metano che vanno ulteriormente ad alimentare il problema del surriscaldamento.
Le temperature più alte portano ad incendi importanti nelle zone più calde e secche dell’artico i quali devastano la vegetazione tipica.
Questo ha conseguenze su renne e caribù che vedono diminuire la loro principale fonte di nutrimento. La popolazione globale di questi animali è diminuita del 56% negli ultimi 20 anni.
A sua volta questa perdita si ripercuote sulle popolazioni indigene di quei luoghi la cui cultura e mezzi di sussistenza sono strettamente connesse con questi cervidi.
Gli inuit, ad esempio, usano tutte le parti del caribù: tendini per i filo, pelle per i vestiti, corna per gli attrezzi e la carne come cibo.
Non tutti disperano
Nonostante tutto alcuni trovano in questo dramma una preziosa opportunità.
Lo scioglimento dei ghiacci ha reso più accessibili via nave gli abbondanti giacimenti minerari e le riserve di petrolio e gas della regione.
La Cina sta investendo molto nella rotta del Mare del Nord, sempre più libera dai ghiacci.
Anche ll passaggio a nord-ovest attraverso l’arcipelago artico canadese potrebbe presto offrire un’altra scorciatoia.
In Groenlandia la scomparsa dei ghiacci sta portando alla luce diversi minerali rari come uranio, zinco, oro, ferro ed altri elementi rari e nel 2019 Donald Trump ha dichiarato di volerla acquistare dalla Danimarca.
L’Artico sta vivendo una rilevanza politica e ambientale mai vista prima d’ora.