La città dell’Aquila è tornata ad essere zona rossa. Noi, popolo del capoluogo d’Abruzzo, non siamo nuovi a certe condizioni e terminologie. Per molto tempo la zona rossa ci ha accompagnato, luoghi presidiati dall’esercito, controlli ovunque…città deserta.
Non siamo nuovi all’ansia ed alla preoccupazione, la paura del “cosa accadrà domani” la conosciamo bene, ma siamo un popolo caparbio e tosto. Ne usciremo anche questa volta, sfiancati, svuotati, ma ci rialziamo di nuovo.
Nei giorni scorsi, la città sembrava vivere normalmente, si vedevano persone sedute sulle panchine dei parchi, traffico regolare. Quasi come se ci si sentisse invincibili, la condizione dell’aquilano, e di chi ha vissuto un evento traumatico come quello del 2009, sa cosa vuol dire imparare a vivere con nuove regole e divieti, imparare di nuovo ad interagire con la propria città.
Ascoltando i discorsi delle persone incontrate casualmente, ciò che ne esce fuori è soltanto tanta ansia e paura. la paura del coronavirus è data da un qualcosa di invisibile, i virus non livedi, entrano nell’organismo ed attaccano, mentre un sisma lo senti, hai tempo di razionalizzare, e puoi scegliere di dormire in macchina piuttosto che in tenda.
In data odierna, 12 marzo 2020, L’Aquila si presenta un pò più silenziosa del solito, il traffico è ridotto a tal punto che sembra essere a ferragosto.
Ricordarsi che TUTTO ANDRA’ BENE!
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