Oggi 20 Luglio compirebbe 5246 anni Krishna, uno dei più famosi e attuali avatar religiosi. Un corpo umano che si dice abbia ospitato una manifestazione di Dio sulla terra.
Dalle fattezze non chiaramente maschili o femminili, con la pelle blu tipica delle anime più vicine al Dio supremo, con una invidiabile infinità di appellativi: da Signore dell’Universo a Pastore e Protettore delle Mucche, e ancora, da Ladro di cuori a Sostegno di tutto ciò che esiste e l’Infinitamente Affascinante.
La sua storia, raccontata nel testo sacro sanscrito Harivaṃśa, è per molti versi simile a quella di altre religioni, fra cui il cristianesimo. Un bambino nasce già perseguitato da un re invidioso, che ha appreso da una profezia che il piccolo lo avrebbe rimpiazzato, e lo cerca per ucciderlo. Il bambino si salva rifugiandosi in una casa di pastori, magari una mangiatoia, dove però, al posto dei re magi, lo raggiunge un tremendo demone chiamato Putana.
Ovviamente è il bambino ad uccidere il demone risucchiandolo e da quel momento parte la sua vita fatta di miracoli. Il miracolo tra i più rappresentati iconograficamente è quello in cui Krishna solleva una collina per salvare un villaggio dalle ire di un essere spaventoso.
Il ricorrere della simbologia mitica ritorna anche al momento della morte di Krishna, in quanto egli pare sia stato colpito al calcagno, suo unico punto debole, proprio come Achille. Il momento della morte del corpo umano di Krishna, segna non solo il suo ritorno alle sembianze divine, ma anche la chiusura, secondo la tradizione induista, della terza era del mondo, il Dvapara Yuga, e l’apertura della quarta ancora in corso: il Kali Yuga. Direi quindi un Dio di una certa importanza.
Krishna è giustamente ricordato anche per essere colui che nella tradizione infondeva coraggio. Egli ricordava il proprio destino personale alle persone davanti alle difficoltà, permettendo cosi di sconfiggere i propri ostacoli. Questo ricorda molte altre figure tradizionali e religiose, come gli spiriti guida o gli angeli, ma anche altre figure spirituali di altri i culti.
Krishna non è un Dio dimenticato, in quanto ha dei seguaci anche al giorno d’oggi: gli Hare Krishna. Un movimento che ha come finalità la diffusione sistematica della conoscenza spirituale nella società, un tipo di conoscenza persa nella vita moderna. Il nostro tempo infatti rompe gli equilibri interiori e ci impedisce di raggiungere la vera pace. I seguaci moderni di Krishna rifiutano perciò le comodità alla ricerca della vera natura dell’uomo. In Italia il movimento utilizza comunque moderni mezzi per la sua diffusione, tra cui il sito internet e una emittente radio.
Tanti auguri, quindi, a questo moderno Dio induista, sempre vivo e ricordato in tutto il mondo, e questo nonostante la sua vita si sia svolta lontana dai riflettori della storia occidentale.