Karl Marx: un progetto incompiuto

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Biografia

Karl Marx nasceva a Treviri il 5 maggio 1818. Tre anni dopo Napoleone Bonaparte morirà a Sant’Elena in seguito alla sconfitta di Waterloo e la cultura tedesca comincerà ad occupare e a superare il ruolo di guida e riferimento europeo che per decenni era appartenuto alla Francia. L’ambiente in cui il giovane Marx si va formando è ricco e dinamico. Il fondatore dell’ideologia comunista sarà molto influenzato dall’Idealismo di Friedrich Hegel e di tutte le correnti letterarie e filosofiche che dal pensatore di Stoccarda deriveranno, da Feurbeach a Bauer, fino al Romanticismo di Schelling e Schelgel, ma anche la matrice ebraica avrà una forte influenza sul suo pensiero, così come l’ambiente borghese in cui crescerà, rappresentato dallo stimato padre avvocato e dalla madre che sarà la zia dei fondatori della Philips. A Parigi recupererà poi lo studio per l’ammirato Jean-Jacques Rousseau e quello dei proto-socialisti di Besancon Fourier e Proudhon. Le teorie di questi e soprattutto l’aiuto economico di Friedrich Engels, che gli farà tra l’altro conoscere la realtà industriale inglese porteranno Karl Marx a compiere la svolta decisiva che segnerà la sua produzione filosofica.
Se la Germania rappresenta in questi anni l’emergente e più importante nazione per quanto riguarda la cultura europea è soprattutto nel Regno Unito che si va sviluppando in maniera moderna quel sistema economico e sociale, il capitalismo, che rappresenterà il principale oggetto di studio del filosofo di Treviri, l’ambito di ricerca che gli consentirà di ultimare quel passaggio dall’idealismo hegeliano al materialismo storico, l’applicazione della dialettica delle idee alla dialettica storica.

Il Capitale

Ricordando le tesi contenute ne “Il Capitale”, monumentale trattato di economia e filosofia, vediamo come, seguendo una linearità logica e semplice, pur nella sua immensità, Karl Marx individui, partendo dall’analisi del valore d’uso e di scambio contenuti nella merce, tutta una serie di passaggi che lo porteranno a mostrare come al capitalista sia possibile sfruttare il proletario senza rinunciare ad un più che assoluto rispetto delle leggi di mercato e alla più immacolata condotta morale. L’esposizione del concetto di plusvalore assoluto, con l’allungamento della giornata di lavoro, o di quello relativo, attraverso l’abbassamento del costo della vita (e la conseguente diminuzione dei salari), la cooperazione in fabbrica, il sistema della manifattura e la progressiva sottrazione del lavoro vivo dell’uomo a vantaggio del lavoro morto della macchina, la frammentazione del lavoro (o per dirla con Taylor, l’ “organizzazione scientifica del lavoro”), l’alienazione umana dal lavoro, tanto dell’operaio quanto dal capitalista, il furto e la violenza alla base dell’accumulazione primitiva sono solo alcune delle idee che influenzeranno l’analisi politica ed economica della realtà ai suoi tempi ed ancora oggi.

Profezie marxiane

È nella profetica presentazione delle conseguenze del sistema capitalistico, siano queste programmate o accidentali o semplicemente insite nel moderno sistema di produzione, che l’analisi di marxiana fornisce ancora oggi interessanti spunti di riflessione e la possibilità di una più oggettiva ed attenta osservazione del mondo che ci circonda. Così la sovrapproduzione di manodopera qualificata a svolgere piccoli frammenti di lavoro e la conseguente crescente disoccupazione o precarizzazione del lavoro stesso o il fatto che questo venga sottopagato, nonché la sovrappopolazione del pianeta, la perdita di una cultura professionale, la sempre più iniqua distribuzione del reddito tra “servi e padroni”, la tratta di esseri umani, la programmata ignoranza dell’operaio funzionale all’attuale sistema di produzione, la distruzione dell’ambiente, la diffusione di nuove malattie in numerose aree del pianeta, la progressiva perdita di diritti, economici, sociali, civili e politici per molti cittadini in molti paesi del mondo, la crisi e la degenerazione morale e politica di larghe fasce della popolazione.

Apprezzamenti del messaggio di Marx

L’importanza delle idee di Karl Marx è stata riconsiderata e rivalutata anche da numerose parti, non da ultimo lo scorso anno il Financial Times che, al di là delle derive politiche che l’ideologia marxista ha determinato ed indipendentemente dalla posizione di ciascuno nei confronti del suo pensiero, ha dovuto riconoscere in lui la vastità e la rilevanza della sua analisi, nonché l’importanza che i suoi scritti hanno avuto nell’immediatezza della loro pubblicazione e che ancora oggi hanno, nelle diverse forme ancora oggi. Dai moti rivoluzionari che hanno portato alla conquista di diritti sociali e lavorativi per un incalcolabile numero di uomini, all’ispirazione che i suoi testi hanno fornito per l’indipendenza di numerose nazioni dal colonialismo e dall’imperialismo, fino alle libertà e alla riconosciuta dignità di donne, bambini, minoranze (etniche, religiose, politiche in alcuni casi), che la sua opera ha ispirato.

I diritti conquistati grazie al marxismo

La conquista dei diritti naturali dell’uomo, in una società capitalista, passa per il comunismo, marxianamente inteso. Il diritto allo studio per la presa di coscienza, che sia più o meno di classe poco importa, della propria condizione e posizione nel mondo, il diritto alla salute e l’obbligo (spesso disatteso) di fornire igiene e sicurezza ai lavoratori sul posto di lavoro, i diritti delle donne, nel mondo del lavoro e nella società, figli delle lotte operaie (e che un certo femminismo, prodotto a volte della frammentazione culturale capitalistica, ha rivendicato come lotta di genere), i diritti dell’ambiente, il diritto allo sciopero per rivendicare i propri diritti, il diritto al voto per vederli rappresentati, il diritto dell’uomo alla speranza di appartenere ad una grande comunità umana senza distinzioni o discriminazioni.

Distorsione del messaggio

Parlare così di comunismo, ricordare in questo modo Karl Marx, suona spesso apologetico o almeno consolatorio per quella parte di mondo schiacciata, ed in parte dissolta, dalla caduta del Muro di Berlino, per quanto ancora ci sia chi, a livello nazionale o individuale, si senta rappresentato e si riconosca in quel pensiero, ma questo accade, mi pare, perché si imputa a Marx la responsabilità di chi si è appropriato del suo nome per giustificare le proprie colpe, un po’ come si imputano a Cristo o a Maometto o Nietzsche i crimini della Chiesa nei secoli passati o gli attentati terroristici di oggi o ancora le atrocità del nazismo. Anzi, ancor peggio, a volte, riprendendo le riflessioni di Michel Foucault sul rapporto tra follia e crimine, per anni si è quasi voluto “curare il pensiero” per attenuare la necessaria e giusta punizione dell’azione.

Un Aufhebung incompiuto

Platone avrebbe suggerito di affidare direttamente a Marx la direzione di quegli Stati, dall’Unione Sovietica alla Cina, che a lui si richiamavano, affidare ad un filosofo il ruolo di capo politico, anche perché è raro che un capo politico sia all’altezza di un filosofo. La “dittatura del proletariato”, fase transitoria verso l’avvento del comunismo primitivo è stata spesso imposta a contesti sbagliati dove non esistevano le condizioni per attuarla, come nel caso della Russia e della Cina dove mancava una classe borghese a cui opporre il movimento operaio e le sue rivendicazioni, ha troppo spesso arrestato la sua nascita alla prima parola, ossia alla “dittatura”. Si è spesso chiamato socialismo o comunismo, solo perché ci si appellava ad una inesistente classe operaia o ad una immensa platea di sfruttati, quello che più correttamente si sarebbe dovuto chiamare fascismo. Non è imputabile a Karl Marx se l’Aufhebung hegeliano, da lui compiuto nel passaggio della dialettica dall’ideale al reale (con ritorno all’ideale) si sia fermato nella pratica al momento dell’antitesi, della negazione, dello stato borghese e capitalista, ma solo ad una sua ripetizione a seguito del suo presunto annullamento, come prova tra l’altro il fatto che oggi, i paesi con il capitalismo più estremi (diceva Vilfredo Pareto che generalmente i capi dei partiti comunisti non sono operai ma borghesi) sono in qualche modo legati ad un partito o ad un’ideologia che si ha l’arroganza e l’ipocrisia, spesso di definire comunisti.

I limiti di Marx: la monumentalità

Per quanto possa sembrare il contrario, qui non si intende fare un’esaltazione del pensiero marxista, ma si vuole offrire un’esaltazione del marxismo, ma si vuole solo sottolineare che una filosofia o un’analisi economica debba essere, secondo il parere di chi scrive, valutata ed eventualmente combattuta secondo le categorie dell’economia e della filosofia e non, come spesso accade, secondo quelle della politica o della morale, categorie che Marx liquiderebbe come sbrigativamente come sovrastrutturali.
È indubbio che l’opera del filosofo tedesco abbia anch’essa dei limiti e dei difetti i quali, paradossalmente, possono spesso essere rilevati in quegli elementi che ne costituiscono la grandezza. La monumentalità dei testi, ad esempio, soprattutto se rapportata ai suoi tempi e alle condizioni degli operai, a cui idealmente le sue idee erano precipuamente rivolte, rappresentavano, spesso, all’impossibilità delle grandi masse di approcciare, nonostante l’estrema leggibilità di molti dei testi del Nostro, la lettura delle innumerevoli pagine sature di pensieri e di dati scritte da Karl Marx. Un operaio impegnato in catena di montaggio per 14 o 16 ore difficilmente avrebbe avuto la possibilità di studiare i suoi testi e capirne la ricchezza ed il valore. Così ancora una volta, il pubblico di questo filosofo borghese non poteva essere che borghese e salvo alcune eccezioni, come quella del compendio di Carlo Cafiero (apprezzato dallo stesso Marx) e poche altre, le interpretazioni, le rivisitazioni o anche solo l’uso che di quel pensiero sarebbe stato fatto dei suoi testi sarebbe stato arbitrario se non proprio, in alcuni casi, quasi fraudolento.

I limiti di Marx: il fattore umano

Un altro punto fondamentale del marxismo che è al tempo stesso un suo limite è oggettivo è che in questa filosofia il principio, il centro ed il fine sia sempre l’uomo, ma raramente si dà dell’uomo una visione completa e totale, “umanistica”. La filantropia di Marx sembra trascendere e trascurare l’oggetto del suo amore. Lo fa notare Slavoj Zizek quando analizza la contraddizione del pensiero marxista in relazione all’arte. Questa dovrebbe essere una sovrastruttura come le altre e quindi il suo sviluppo dovrebbe essere direttamente collegato a quello della struttura produttiva ed economica che la sostiene, ma in Marx, sostiene il filosofo sloveno, si assiste all’irrisolvibile paradosso di trovare nell’arte della Grecia antica, in un periodo quindi di arretratezza economica ed “industriale”, il punto più alto dell’espressione artistica. Inoltre, il semplice egoismo, i differenti sentimenti, i modi di pensare, i gusti personali le speranze di ciascuno, sono tutti trascurati, o nascosti sotto la coperta della sovrastruttura, da parte del pensatore di Treviri.

Il mondo e la cultura dopo Karl Marx

Ciò nonostante, è grazie al modus operandi di Marx che l’uomo e l’umano diventa nuovamente il centro del pensiero filosofico. Se questo pensatore picchierà contro l’ipocrisia del sistema borghese capitalistico, gli altri due “filosofi (come lui) col martello, Nietszche e Freud abbatteranno l’ipocrisia della religione e delle convenzioni borghesi aprendo universi di possibilità, fino ad allora quasi sconosciute per scrittori, artisti, musicisti, persone comuni, di influire sulla progressiva liberazione e sulla sempre più piena realizzazione dell’umano.

Marx a scuola

Se anche il sogno di Karl Marx non si è ancora realizzato e se, come tutte le cose umane, il suo è un avanzare verso una meta irraggiungibile in una scuola in cui la storia è il racconto delle grandi imprese di singoli personaggi, una parata di guerre, un celebrar trionfi per occultare gli sconfitti, potrebbe essere utile fornire agli studenti, se non la conoscenza della direzione che l’umanità segue o dovrebbe seguire secondo la filosofia marxiana, almeno gli strumenti per guardare alla storia come un susseguirsi ininterrotto di giorni fatto di gesti quotidiani compiuti da grandi moltitudini di uomini o i mezzi per guardare alla realtà più in profondità, scandagliandone i numerosi aspetti pratici e concreti, per vedere cosa, della storia, persiste ancora oggi e sempre.

La necessità del marxismo oggi

Sarà forse necessario spiegare ai ragazzi, qualunque sia la loro età, che se oggi il loro Iphone di ultima generazione costa meno forse è perché qualcuno da qualche parte nel mondo è sfruttato, come spiega Karl Marx, o che se oggi i minori devo e possono istruirsi in quasi tutto il mondo occidentale invece di essere incatenati ad una catena di montaggio è grazie a Karl Marx, o che se migliaia di persone muoiono in una fabbrica in Bangladesh o in Africa o in Malesia una ragazza può essere maltrattata, abusata ed uccisa per poter spedire dei soldi a casa per comprare il pane è perché l’insegnamento di Karl Marx lì non è ancora arrivato o il suo lavoro non è ancora finito


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Vittorio Musca
Sono Vittorio Musca, ho 39, sono originario di Torchiarolo, in provincia di Brindisi e vivo a Bologna anche se negli ultimi anni per studio o lavoro ho vissuto in Norvegia, Polonia, Repubblica Ceca e Germania. Ho conseguito due lauree. La prima in Scienze Politiche e la seconda in Lettere. Parlo inglese, italiano, spagnolo, tedesco e polacco. Mi piace leggere, prevalentemente classici della letteratura e della filosofia o libri di argomento storico, suono il clarinetto e provo, da autodidatta ad imparare a suonare il piano. Mi piacciono il cinema ed il teatro (seguo due laboratori a Bologna). Ho pubblicato un libro di poesie, "La vergogna dei muscoli, il cuore" e ho nel cassetto un paio di testi teatrali e le bozze di altri progetti letterari. Amo viaggiare e dopo aver esplorato quasi tutta l'Europa vorrei presto partire per l'Africa ed il Sud Est asiatico, non appena sarà concluso l'anno scolastico, essendo al momento impegnato come insegnante. I miei interessi sono vari (dalla letteratura alla politica, dalla società al cinema, dalla scuola all'economia. e spero di riuscire a dedicarmi a ciascuno di essi durante la mia collaborazione con peridicodaily.