Sono 100 le presenze in serie A della Joya e il 10 è il nuovo numero di maglia.
Per la lode è solo una questione di tempo, perché l’argentino è decisamente uno dei più bravi in circolazione; con il passo del grande attaccante, di quelli che lascia il segno.
Una qualità sopraffina, di valore superlativo, quasi inestimabile, che in campionato indirizza la Juve in testa alla classifica e in Europa potrebbe iniziare a farlo con l’aiuto di tutti i suoi compagni.
Ovviamente lì, i confronti, sono molto più complessi e il valore tecnico non è sinonimo di vittoria, perché le squadre hanno risorse notevolissime e le partite si vincono soprattutto con armi non convenzionali.
Però, dopo aver disputato una finale di Champions, il giovane talento ha già scalato le prime posizioni ed è quasi pronto a consacrarsi definitivamente.
Purtroppo, che piaccia o no, sono le vittorie internazionali che determinano le sorti dei grandi campioni e i sei scudetti non bastano ad assegnarli riconoscimenti maggiori rispetto a quelli avuti finora.
In molti hanno provato ad azzardare paragoni scomodi e hanno finito per fare brutte figure, nonostante l’affetto dei milioni di tifosi e la fiducia smisurata della critica; perché superare i tanti esami che ha sostenuto gli rende onore, pretendere qualcos’altro, per ora, è solo un sogno.
E poiché le sue magnifiche doti, e la maturazione che ne stanno contraddistinguendo lo sviluppo tecnico, sono ormai conclamate, oltrechè pienamente tangibili, c’è solo da attendere prima di apporgli la corona d’alloro, per conferirgli la strameritata lode.