giovedì, Marzo 28, 2024

Jack London: lo scrittore statunitense del selvaggio

“Quando nelle lunghe notti gelate levava il muso alle stelle gettando lunghi ululati nello stile dei lupi, erano i suoi antenati morti e ridotti in polvere, che levavano il muso alle stelle e ululavano nei secoli attraverso di lui”. Forse alcuni di voi avranno riconosciuto l’inconfondibile stile de Il richiamo della foresta, celebre romanzo del grande scrittore, giornalista e drammaturgo statunitense Jack London. Lo ricordiamo oggi, nel giorno della sua morte, avvenuta il 22 novembre 1916.

Chi era Jack London?  

Jack London visse una vita da vagabondo con esperienze che vanno dalle più disparate: il pescatore, il lavandaio, il cacciatore di foche, il corrispondente di guerra durante la guerra russo-giapponese, l’agente di assicurazioni, il pugile, il coltivatore e il cercatore d’oro. Solo dopo svariati tentativi riuscì finalmente ad affermarsi come scrittore. Il suo stile di vita non può certo dirsi regolare: durante il viaggio in Corea fu più volte arrestato dalle autorità giapponesi. Per l’ultimo di questi dovette intervenire lo stesso presidente Theodore Roosvelt.

I libri selvaggi di Jack London: Il richiamo della foresta

Tra i suoi libri più conosciuti, tradotti in numerose lingue ricordiamo Il richiamo della foresta, del 1904. Questa è la storia del acne Buck che, attraverso l’addestramento di un uomo brutale, viene a conoscenza della “legge della zanna e del bastone”. Così, suo malgrado, diventerà un cane da slitta, imparerà difendersi dagli altri cani e ucciderà Spitz, diventando il capo della muta. Durante la caccia a una miniera abbandonata, Buck inizierà ad avvertire il “richiamo della foresta”: il brivido di cacciare con i lupi cambierà qualcosa in lui. Arriverà perfino a vendicare la morte dei suoi amici umani contro i pellerossa. La civiltà non è più parte del suo essere: vivrà insieme a un branco di lupi di cui ne diventerà il capo, il “cane fantasma” delle Terre del Nord”.

Zanna Bianca

Il romanzo, uscito nel 1906, si presenta come il compagno e non come il seguito de Il richiamo della foresta, come sottolinea lo stesso Jack London. Ne è una versione speculare. Zanna Bianca nasce in un Branco di lupi feroci, guidati da una lupa che in realtà si rivelerà mezza lupa e mezza cagna: questi ci vengono presentati dopo aver ucciso due uomini e i loro cani da slitta. Figlio della lupa, Zanna Bianca è l’unico superstite di una cucciolata morta a causa della carestia. L’arrivo in un villaggio di indiani farà conoscere al lupo una vita diversa ma non facile: gli altri cani lo attaccano e con lui sono tiranni. Nonostante egli sia per un quarto cane, questo non lo avrebbe mai reso simile a loro: cresce scontroso, solitario e sanguinario.

Dopo essere stato venduto a un uomo crudele questo lo torturerà per renderlo ancora più violento e utilizzarlo come cane da combattimento. L’epilogo è tuttavia felice: Zanna Bianca incontrerà un uomo buono che riesce a convincere il lupo che al mondo non ci sono solo odio e violenza, ma anche amore e affetto, sentimenti che il lupo scopre per la prima volta.

La morte

Il 22 novembre del 1916, a soli 40 anni, Jack London venne trovato morto. Probabilmente la causa fu una overdose di antidolorifici. Si è più volte ipotizzato che potesse trattarsi di un suicidio. In realtà la causa della sua morte potrebbe anche essere stata un avvelenamento da mercurio.

Silvia Sini
Silvia Sini
Neo-laureata in Editoria e Scrittura, clowndottore, capo scout.

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