Sono tantissime le storie degli uomini che, negli anni della nostra storia, sono partiti dall’Italia – lasciando gli affetti più cari – in cerca di lavoro e di speranza nel futuro. È grazie alla memoria di questi uomini che prende forma un sito web per scoprire e navigare, attraverso una mappa, tutte le loro storie dimenticate. Dalle discriminazioni, al grandissimo coraggio di lasciare la propria terra, alla voglia di ricominciare in un luogo completamente nuovo.
Italiani all’estero: i diari raccontano
Dal 10 giugno è possibile conoscere queste mille storie, sul sito “Italiani all’estero. I diari raccontano”. Un sito nato grazie alla collaborazione tra la Farnesina – ministero degli Affari esteri – e tantissimi italiani che, oggi, hanno deciso di mettere a disposizione di tutti, i diari e le lettere contenenti memorie di un passato che sembra essere ormai dimenticato.
Il luogo in cui sono conservate queste storie è l’Archivio diaristico di Pieve Santo Stefano, fondato dal giornalista Saverio Tutino nel 1984. Sul sito è presente in primo luogo la carta geografica del mondo, cosparsa di tanti pallini verdi che rappresentano le chiavi per accedere alle storie degli italiani emigrati. Sud America, Europa, Canada, Stati Uniti, Australia, Africa, Congo, Ruanda, Burundi, Yemen, Arabia Saudita, Turchia, India e Pakistan. Tutti luoghi che hanno ospitato gli italiani nel corso della storia.
Ogni racconto inizia dalle partenze nei treni, dopo aver affrontato tutta la parte burocratica necessaria per ottenere un posto di lavoro. Da qui, i diari e le lettere iniziano a raccontare le discriminazioni subite e le umiliazioni, la paura di dover costruire una vita lontano da casa e anche quella di dover ritornare in Italia, ricominciando tutto. Altri invece, annotato anche il successo che ha consentito loro di ritornare nella propria terra con il denaro necessario per vivere.
Mille racconti per non dimenticare
Sono state selezionate 200 storie tra più di mille. Ogni storia è testimoniata da estratti di centinaia di lettere. Si può risalire ai dati personali di ogni autore: nome e cognome, luogo di nascita e di provenienza, livello di istruzione, professione svolta, il periodo storico e, naturalmente, il luogo in cui sono emigrati. Attualmente è stato raggiunto un totale di 1.000 racconti pubblicati.
Fra le storie racchiuse nel sito, la più antica è quella di Angelo Rebay. Nessuna fotografia di Angelo, solo un ritratto. Costretto ad emigrare in Germania, insieme al fratello, in cerca di fortuna per poi ritornare nel suo paese.
Uomini e donne che raccontato con semplicità la loro vita: attimi di quotidianità fuori dall’Italia, la partenza e il dolore degli addii, la fatica per trovare un lavoro, le discriminazioni subite. È soprattutto la paura della guerra a spingere le persone ad abbandonare l’Italia, ma anche la povertà e il desiderio di nuove esperienze.
Quando gli emigrati eravamo noi
Grazie a questo progetto è possibile immedesimarsi nelle vite di tantissime persone che hanno vissuto il peso dell’emigrazione. Le parole scritte aiutano a riconoscere nelle storie degli immigrati di oggi, provenienti soprattutto dai Paesi attualmente in guerra, le storie dei nostri antenati. Testimonianze che ci aiutano ad essere terra accogliente: perché l’incontro con altre culture ed altri luoghi è un arricchimento che può generare bellezza.
<<Qualcosa mi stringe il cuore e rivedo i volti, come ombre, dei miei cugini, dei miei zii, dei miei nonni. Ora vorrei proprio piangere liberamente, perché questo nodo che mi è venuto in gola mi soffoca. La mamma mi stringe più forte la mano, almeno così mi sembra e la voce di Miriam è rassicurante: “non piangere, andiamo dal babbo! Sei contenta?”; “Sì, certo che sono contenta di andare dal babbo”. Cerco di immaginare il suo abbraccio, il suo viso. Ma allora perché sento tanto dolore?>>.