L’allevamento di animali da pelliccia è stato definitivamente bandito in tutta Italia grazie a un voto della scorsa settimana in Commissione Bilancio del Senato italiano. Inoltre, i dieci allevamenti di visoni ancora esistenti, di cui cinque senza animali a causa della pandemia di Covid-19, dovranno chiudere entro la fine di giugno. Questa settimana è attesa l’approvazione ufficiale da parte del parlamento italiano delle decisioni del Senato.
Allevamento di animali da pelliccia: il successo degli animalisti
Gli animalisti in Italia si sono rallegrati e hanno descritto il voto come “un sogno diventato realtà”. La normativa ha fatto seguito a un rapporto, pubblicato proprio il mese scorso dall’organizzazione per la protezione degli animali Humane Society International/Europe, intitolato “Allevamento di visoni in Italia: mappatura e prospettive future”, che offriva un quadro chiaro della situazione attuale in Italia. Secondo il rapporto, l’Italia aveva una fiorente industria delle pellicce con 125 allevamenti che allevavano visoni, volpi e cincillà nei primi anni ’90 e centinaia di migliaia di animali venivano uccisi ogni anno. Da allora la situazione è molto cambiata, grazie alle associazioni animaliste che da decenni sensibilizzano su queste crudeli attività. Il mercato delle pellicce ha perso terreno in tutto il mondo e in Italia nel 2015 oltre il 90 per cento degli intervistati si è dichiarato contrario all’allevamento di pellicce.
La svolta di Valentino: dal 2022 addio alle pellicce
Una vittoria storica per i diritti degli animali
Molti grandi nomi del mondo della moda tra cui Valentino, Armani, Versace, Prada e Furla hanno già smesso di usare la pelliccia nei loro modelli e nelle loro sfilate. “Questa è una vittoria storica per la protezione degli animali in Italia“, ha dichiarato in una nota la direttrice di Humane Society International Italia Martina Pluda. “Il voto riconosce che consentire l’allevamento di massa di animali selvatici per la frivola moda delle pellicce rappresenta un rischio sia per gli animali che per le persone che non può essere giustificato dai limitati benefici economici che offre a una piccola minoranza di persone coinvolte in questa crudele industria”. Emozionata anche Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali e della Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente. In una dichiarazione, hanno affermato: “In trent’anni di battaglie per i diritti degli animali questa è la migliore vittoria. Infine, un voto parlamentare sancisce la fine delle indicibili sofferenze inflitte agli animali in nome del profitto e della vanità”. Il ministero dell’Agricoltura italiano ha stanziato 3 milioni di euro per risarcire gli agricoltori colpiti dal divieto di pelliccia.