La riforma della giustizia presentata dal governo Netanyahu in Israele mina lo stato di diritto. Ad affermarlo è l’Avvocato generale dello Stato Gali Baharav-Miara.
Riforma della giustizia mina lo stato di diritto in Israele
La riforma del sistema giudiziario che vuole attuare il governo Netanyahu resta al centro del dibattito politico in Israele. Da ormai quattro settimane decine di migliaia di israeliani stanno protestando contro le proposte del governo che, secondo loro, minano la democrazia. La riforma è stata contesta anche dal capo dell’Ordine degli avvocati israeliano, Avi Chimi. “Vogliono trasformarci in una dittatura, vogliono distruggere la democrazia. Vogliono distruggere l’autorità giudiziaria, non c’è Paese democratico senza autorità giudiziaria”, ha detto Chimi.
Anche l’Avvocato generale dello Stato Gali Baharav-Miara ha “bocciato” la riforma. In un parere ufficiale di 112 pagine inviato al ministro della Giustizia, Baharav-Miara afferma che la riforma causerà danni significativi allo stato di diritto democratico e condurrà a gravi danni al sistema di controlli e bilanciamenti tra i poteri. “Le maggiori preoccupazioni riguardano la separazione dei poteri, l’indipendenza giudiziaria e la protezione dei diritti individuali. La revisione del sistema così come è stata formulata porterà il governo a godere di un’estesa e praticamente illimitata autorità. Inoltre danneggerà lo status del Paese come stato ebraico e democratico”, ha affermato. Per Baharav-Miara, le autorità di governo non possono avere poteri illimitati. Tali poteri finirebbero per danneggiare anche i diritti umani.
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