giovedì, Aprile 25, 2024

Iowa, “primarie-farsa”. E Trump festeggia

DES MOINES (IOWA). Cresce la fibrillazione tra i candidati del Partito Democratico Americano dopo che lo stesso non è ancora riuscito a fornire i risultati ufficiali delle votazioni tenutesi ieri pomeriggio, per un ritardo apparentemente dovuto a un problema di “codificazione” nella trasmissione degli esiti.

Il partito Democratico, già stamattina alle 06.35 aveva promesso di pubblicare “il prima possibile” e comunque entro oggi i risultati dei caucus, addossando primariamente la colpa della discrepanza dei dati a un “errore di codice” nel sistema di trasmissione dei risultati.

I dati sono ancora parziali a causa del conteggio manuale e proprio per questa ragione non si sa esattamente quando i risultati ufficiali saranno pubblicati; la promessa del Partito Democratico è di fornirli entro le 23.00.

Comunque sia, la mancanza prolungata degli esiti un risultato l’ha prodotto, ossia quello di aver fatto infuriare i candidati in trepidante attesa, convincendoli a fare da sé. 

Spazientiti, i sostenitori delle singole campagne hanno cominciato a raccogliere autonomamente i numeri di tutte le 1678 circoscrizioni. Ovviamente i dati non sono ufficiali, ma nessuno degli aspiranti Presidenti in lizza ha rinunciato all’occasione di farsi un po’ di pubblicità e riprendere toni da campagna elettorale: Sanders che afferma di essere andato “bene, ma molto bene”, Buttigieg che dice di aver già vinto e che otterrà un successo analogo in New Hampshire, il prossimo Stato al voto tra meno di una settimana. Se la Klobuchar si dice “sorpresa” e la Warren, pur fiduciosa, sembra non volersi ancora sbilanciare, Biden, dal canto suo, sembra costretto a dover fare i conti con una cocente delusione e considerare seriamente il ritiro dalla competizione.

Pete Buttigieg, l’ex sindaco di South Bend, Indiana, è la vera “rivelazione” delle primarie.

Un vero e proprio “ricambio generazionale” quello che si è compiuto in Iowa con i caucus dei Democratici, dove Pete Buttigieg, il più giovane candidato in corsa con i suoi 38 anni d’età, ha scalzato la concorrenza dei candidati più anziani, Biden in primis.
Ma sembra essere una vittoria “con l’amaro in bocca”, a causa del polverone scoppiato per l’inefficienza della registrazione dei voti, che rischia di oscurare il suo slancio verso la Casa Bianca.

I media della Capitale – Des Moines – hanno lanciato un monito sulle altissime ripercussioni che patirebbe l’Iowa nel caso perdesse il suo primato. Ma se De Moines Register si preoccupa già di cosa vorrebbe dire per l’Iowa lasciarsi sfuggire la qualità di “first of the Nation”, non manca chi propone di eliminare il macchinoso congegno dei caucus ovvero di accorpare il piccolo staterello ad altri Stati Centrali per le prossime elezioni.

Occasione più che ghiotta per i Repubblicani. Brad Parscale, capo della campagna elettorale di Trump, ha subito twittato: “Il partito Democratico è in preda a una crisi di nervi. Non riescono a gestire i caucus e vorrebbero governare? No grazie”.

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