Inter, quinta prova a Bologna: Spalletti chiede e gli sarà dato

0
821

“Icardi in area di rigore è un serpente. Non sbaglia. Ma io da lui e da Perisic mi aspetto di più fuori dall’area”.

Sono queste le richieste di Spalletti ai suoi migliori talenti in rosa e sono questi gli elementi che possono far svoltare definitivamente l’Inter in campionato.

Perché senza Champions o l’Europa League a complicare la stagione, i nerazzurri possono e devono provare a vincerle davvero tutte, avendo a disposizione armi tecniche importanti e un allenatore che sa fare bene il suo mestiere.

Non è impossibile centrare anche la quinta vittoria, considerando che la terza partita del Bologna, dopo aver affrontato Napoli e Fiorentina, è proprio contro l’Inter.

E non è per nulla scontato che i felsinei recuperino le forze dopo i ko subiti in settimana, anche perché gli impegni sono stati faticanti e non hanno portato punti in classifica, alimentando rabbia e una discreta tensione nell’ambiente.

Donadoni, con l’ex Palacio a guidare l’attacco, può certamente sperare in un risultato positivo contro Icardi e compagni, ma la sensazione è che ad Appiano ci sia la netta convinzione che questa stagione sia accompagnata anche da una buona sorte, riducendo i margini di errore rispetto agli anni passati.

I cambi tecnici effettuati nell’organico dell’Inter non hanno fatto guadagnare le prime pagine dei giornali, ma hanno contribuito notevolmente a migliorare l’aspetto della concentrazione e della gestione del pallone.

Finora, difensori e centrocampisti, anche quelli più rapidi, in grado di favorire quegli strappi tanto amati dall’allenatore, hanno provveduto più a non regalare palloni agli avversari, piuttosto che attaccare a testa bassa.

E questo fatto specifico, sebbene non sia ampiamente evidenziato, è uno dei meriti di Spalletti, che ha pensato bene di organizzare prima il lavoro, per poi cominciare a svolgerlo con tutte le risorse a disposizione.

Le quattro partite disputate hanno detto che il reparto difensivo sa proteggere la porta, i centrocampisti (tutti nuovi peraltro, ad eccezione di Joao Mario) sanno far girare palla (e devono migliorare proprio in quello, migliorandone velocità e verticalità) e gli attaccanti sanno benissimo dove si trova la porta avversaria.

Una situazione complessivamente ben diversa rispetto all’anno scorso, con un primato in classifica e una serie di partite alla portata, prima di iniziare ad autoconvincersi che è arrivata l’ora di cambiar pelle le opinioni degli altri.