Uno studio che unisce l’Istituto Italiano di Tecnologia, l’Istituto Europeo di Oncologia e l’Università di Milano, parrebbe aver individuato determinati fattori microRNA. Questi andrebbero ad influenzare la crescita del tumore mammario. È chiaro che si necessitano altri test nel campo, ma così, l’utilizzo della chemioterapia, risulterebbe estremamente più efficace.
I fattori microRNA influenzano il tumore mammario?
La ricerca sostenuta dall’Airc ed in collaborazione con gli istituti poco fa citati, avrebbe scoperto fattori microRNA che mantengono in vita il tumore. Nella fattispecie si è preso in considerazione quello mammario. Si tratta di un ennesimo colpo di genio e ricerca che favorirebbe la localizzazione della chemioterapia e questa agirebbe in modo mirato ed efficace. Agendo contro tali cellule staminali, una ricaduta della malattia sarebbe minima, mentre adesso le recidive sono importanti per i soggetti già colpiti da tale patologia. Sono quindi stati identificate due tipologie di microRNA: il miR-146a e il miR146b. Questi sarebbero presenti in modo esponenziale in quei soggetti affetti da tumore aggressivo mammario. Solo poco tempo fa avevamo parlato della scoperta della Polonia che le è valso il Premio Innovation Radar per la tecnologia Nanocargo impiegata nel tumore al seno, mentre adesso ci troviamo nuovamente verso una “vittoria” seppur da certificare, sempre dello stesso argomento.
Tumore al seno: la tecnologia polacca non invasiva
La ricerca nel dettaglio
Queste due tipologie di microRNA individuate sono necessarie per l’incremento di cellule staminali tumorali interne alla mammella. Ed è per questo che i ricercatori hanno optato per la distruzione di queste, in modo che si riducesse il pool delle cellule stesse. In questo modo la chemioterapia sarebbe altamente più efficace, ma non solo, poiché le recidive, quindi le probabilità che lo stesso cancro ritorni, si riducono notevolmente. Un barlume di speranza per coloro che non hanno lottato solo una volta, ma che si trovano a doverlo fare per una seconda, con tutte le sofferenze del caso. Ed è in questo contesto, invece, che la Polonia ha deciso di intervenire mediante una nanotecnologia mirata a distruggere le cellule e, a non essere un intervento invasivo.