Cosa fareste se un giorno vi svegliaste, nel paese in cui avete sempre vissuto, dove avete un lavoro, una casa, una famiglia, degli amici, e vi dicessero – Tu non hai più la cittadinanza, vattene- . Sembra assurdo, eppure, è ciò che sta accadendo a milioni di persone in India, ad Assam.
Il REGISTRO
NRC, il “Registro Nazionale dei Cittadini”, è così che viene chiamato il documento, pubblicato la mattina del 30 Luglio 2018, in cui è inclusa quella parte di popolazione che ha il diritto di poter rimanere nel proprio paese. Chi sono i fortunati? Coloro che dal Bangladesh avevano deciso di trasferisi in India prima del 24 marzo 1971; giorno in cui scoppiò la violenta guerra di liberazione bengalese. Quelli arrivati dopo la mezzanotte di quel giorno? Saranno espulsi. Privati di ciò che è stata la loro vita fino a quel momento. L’idea, secondo le autorità, è quella di bloccare l’ondata di immigrazione illegale dal Bangladesh grazie a questa lista.
Il governo indiano dunque, considera ora cittadini legittimi solo chi è arrivato nel paese prima dell’inizio della guerra.
Il coordinatore della NRC Sailesh, ha affermato che coloro i quali non sono presenti nella lista, ma vogliono dimostrare di essere cittadini effettivi, possono fare appello: “Il processo per fare reclami e obiezioni inizierà il 30 Agosto e continuerà fino al 28 Settembre. Nessun vero cittadino indiano dovrebbe avere paura”. Ha poi aggiunto Siddhartha Bhattacharya, Ministro della Legge e Giustizia ad Ammas. “A tutti verrà dato il diritto di dimostrare la propria cittadinanza, ma se dovessero fallire, il sistema legale seguirà il proprio corso”. Che tradotto sarebbe, chi non farà parte della grande lista, verrà espulso.
STRAPPATI DALLA PROPRIA IDENTITA’
“Questo è il mio paese. Sono cresciuta qui. Ho studiato qui, mi sono sposata qui, ho il mio terreno qui. Come si può dire che non siamo Indiani?” Hasitun, insegnante di scuola ad Assam, in un’intervista rilasciata alla BBC si tocca le mani nervosa mentre parla del suo paese. Quello stesso paese che prima ha accolto la sua famiglia, poi l’ha lascia sulla soglia, a rivendicare un’identità che forse non avrà mai più, perché una “non persona”, come può avere un futuro e un’identità?
Insieme ad Hasitun, circa 4 milioni di bengalesi temono di essere privati della loro identità culturale.
Oltre alle questioni legali, quindi, entra in gioco la parte umanitaria. Cosa accadrà a quegli stranieri illegalmente entrati? Persone che vivono da generazioni in una terra che è sempre stata la loro casa e ora, non hanno più la libertà di continuare la loro vita?
La risposta, non si è trovata neanche in India.