La situazione sanitaria indiana ha spinto numerose organizzazioni internazionali ad agire sul campo. Dallo scoppio della variante, alla cui base aleggiano ancora dubbi, l’India ha necessario bisogno di ossigeno e di nuovo personale. ActionAid ha accolto questa istanza avviando una campagna di aiuti concreti al popolo indiano. L’organizzazione sta ricevendo richieste e sta ora valutando di aumentare la propria presenza nel Subocontinente. Andando più nel dettaglio, ActionAid ha inviato: 8.000 kit sanitari, infermieri e addetti alle sepolture, aiuti alimentari ed economici diretti per migliaia di lavoratori informali.
India, cosa afferma ActionAid a proposito della crisi in atto?
Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid Italia, ha così commentato gli aiuti al popolo indiano: “In India è in corso una gravissima crisi umanitaria. I racconti e le immagini di cui siamo testimoni non possono essere ignorate. ActionAid è mobilitata sul campo per dare risposta a chi oggi è lasciato escluso da ogni forma di aiuto. Non possiamo però dimenticare che oltre alle cure urgenti è necessario che sia portata avanti con forza la battaglia per i vaccini che devono essere resi disponibili per tutti, gratuitamente. L’India è il maggiore produttore di vaccini al mondo, finora però solo l’1% della sua popolazione ha ricevuto una dose. Liberare i vaccini dai brevetti e permettere la produzione su larga scala in tutti i paesi fragili è ormai non solo una questione di giustizia, ma l’unica soluzione per fermare la pandemia”.
Ma la situazione si ripercuote ovviamente non solo in ambito sanitario, ma anche in quello sociale. A causa delle restrizioni e delle limitazioni, stanno prendendo piede malesseri fisici e mentali. Sandeep Chachra di ActionAid India ha dichiarato: “Questa devastante seconda ondata di infezioni da Covid19 sta lasciando milioni di lavoratori informali e migranti dell’India più vulnerabili che mai. Abbiamo persone che lavorano 24 ore su 24 per seppellire i morti e donne che lavorano nelle case per curare i malati. Il tutto con scarsa protezione o supporto. Dobbiamo sostenere questi nostri lavoratori e le comunità con dispositivi di protezione, tamponi e informazioni sulla salute pubblica per aiutare a prevenire la diffusione del virus e proteggere i più emarginati.”
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