venerdì, Aprile 19, 2024

In Uganda il parlamento vieta l’elemosina per tutelare i bambini

Il parlamento dell’Uganda ha approvato una legge che proibisce di offrire soldi e denaro ai bambini mendicanti.

In Uganda nei giorni scorsi è stata approvata una legge che proibisce di comprare mercanzie di ogni genere dai bambini mendicanti e donare loro beni di qualsiasi tipo o denaro. Pena multe fino a 11 mila dollari e carcere fino a sei mesi. Il provvedimento, sostenuto anche dal sindaco della capitale Kampala, Erias Lukuago, ha lo scopo di contrastare lo sfruttamento sessuale ed economico dei bambini. Nel paese dell’Africa sub Sahariana infatti, circa 30 milioni di minori sarebbero costretti a chiedere l’elemosina e, secondo i dati del governo, i bambini mendicanti di Kampala sarebbero più di 15 mila.

Il provvedimento che vieta l’elemosina, si inserisce nel quadro di alcune iniziative atte a contrastare il traffico di esseri umani e prevede pene severe anche nei confronti di chi utilizza abitazioni allo scopo di favorire lo sfruttamento sessuale dei minori.

La piaga dello sfruttamento sessuale ed economico dei minori è presente in molti paesi africani, tra cui il Senegal, dove i bambini sono costretti a mendicare per le strade delle principali città e obbligati a consegnare il ricavato delle elemosine al Marabout, il maestro coranico che in genere ne utilizza i proventi per arricchimento personale. Tutto questo avviene nel contesto delle “Daara”, scuole coraniche in cui i bambini senegalesi vengono spesso abusati sia fisicamente che psicologicamente. Nel 2015, sotto la pressione di alcuni movimenti internazionali di tutela dei diritti, il governo di Dakar aveva annunciato l’impegno di porre fine allo sfruttamento dei minori, ma finora la situazione non è cambiata.

Un bambino soldato impegnato nella guerra civile conclusasi nel 2003

I bambini costretti combattere

In Uganda, la piaga dei bambini mendicanti, che a fine giornata sono costretti a consegnare gli incassi delle elemosine a persone adulte, si inserisce nei gravi crimini che fino a pochi anni fa venivano commessi contro i minori. Nella zona nord del paese, al confine con il Sudan, infatti, nel corso di una ventennale guerra civile conclusasi nel 2003, l’LRA, (Esercito di liberazione del Signore), guidato da Joseph Kony, ha costretto migliaia di bambini soldato a combattere contro le truppe governative. Secondo le stime di alcune organizzazioni internazionali nel corso della guerra civile più di 25 mila minori sarebbero stati arruolati nelle file dell’ LRA , ridotti in schiavitù e sottoposti a violenze di ogni genere.

Joseph Kony, capitano dell’ RLa si è reso responsabile di crimini contro l’umanità

Da paese in guerra a rifugio di profughi

Con più di un milione e mezzo di profughi, l’Uganda è il secondo paese al mondo, dopo il Pakistan per numero di rifugiati, provenienti da Somalia, Repubblica Democratica del Congo, Burundi e Sudan. Il processo di accoglienza ugandese, non mira solamente a dare ospitalità a chi fugge da guerre e persecuzioni, ma ha lo scopo di integrare i profughi nella società ugandese, fornendo loro aiuti di prima necessità, servizi sanitari gratuiti e fornendo loro anche appezzamenti di terra per la costruzione di abitazioni e la coltivazione. In Uganda si contano più di trenta campi profughi, dove gli sfollati vengono accolti e rifocillati, il più grande, il campo profughi di Bibi Bibi, si trova nel nord del paese, al confine con il Sudan e ospita circa 300 mila persone.

Un campo profughi nel nord dell’Uganda

La decisione del governo ugandese di utilizzare gli aiuti economici per l’accoglienza e per la costruzione di una società che incentiva lo sviluppo economico e sociale, tutelando le fasce più deboli, sta portando il paese a essere un esempio di utilizzo efficace degli aiuti economici erogati dalla comunità internazionale per far fronte alla difficile situazione del continente africano. Esempio che, se seguito dagli altri governi del continente potrebbe portare ad un grande miglioramento delle condizioni del popolo africano.

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