venerdì, Marzo 29, 2024

Il sottosuolo di Dostoevskij: l’autenticità dell’uomo non si vede

Il sottosuolo di Dostoevskij appartiene a ognuno di noi. Parliamo infatti di un luogo allo stesso tempo straordinario e raccapricciante. Straordinario perchè l’uomo quando si guarda dentro si riscopre infinito ma il sottosuolo ha pure qualcosa di raccapricciante. Questo spazio infinito amplia l’orizzonte umano anche con la problematicità. Angoscia, disagio, inquietudine: l’uomo deve fare i conti anche con questo. Dunque Dostoevskij ci dice che oltre all’uomo apparente, quello che sorride composto e sa stare bene in società, c’è anche l’uomo degli anfratti più reconditi della coscienza.

Ma che cos’è il sottosuolo di Dostoevskij?

Lo scrittore russo con i suoi romanzi ha gettato una sonda nel mondo dell’uomo. Dostoevskij con le storie, le parole e con le descrizioni ha avuto il coraggio di stanare l’uomo nella sua autenticità. Eccolo qui il concetto di sottosuolo. Il sottosuolo è il posto della verità dell’uomo. L’autentico uomo è l’uomo interiore quindi l’uomo del sottosuolo che si ribella agli ideali prefigurati dalla logica e dalla morale. L’uomo reale è refrattario allo schematismo della vita e alle imposizioni sociali, egli mira alla riaffermazione della sua più pura libertà.

Le Memorie del sottosuolo

L’uomo del sottosuolo vive un paradosso. Quest’ultimo nasce perchè l’uomo si piega nella sua autenticità e scopre la verità. La verità è in stretto legame con l’interiorità dell’uomo, dunque una parte più interna, a volte meschina, ma reale che cozza irrimediabilmente con la verità che si è soliti portare sulla scena della società. Perchè il paradosso? Perchè l’inquietudine? E perchè la contraddizione? Perchè l’uomo del sottosuolo soffre di uno “sviluppo ipertrofico” della coscienza. Ma più di ogni altra cosa l’uomo accoglie una coscienza illecita, inconfessabile di cui la coscienza dell’uomo normale, tutto immerso nella routine sociale, è una riduzione impoverita. L’uomo del sottosuolo dunque soffre, a volte si sente un abietto nella sua tana ma non rinuncia alla verità e, anzi, a volte azzarda di definirsi addirittura “Uomo evoluto del nostro disgraziato secolo diciannovesimo“.

Il sottosuolo di Dostoevskij: un mondo di verità e angoscia

Dunque esplorando il sottosuolo scopriamo tutte le antinomie e le contraddizioni dell’uomo. Il protagonista delle Memorie inoltre porta fino all’esasperazione il diritto dell’uomo di essere liberamente se stesso, anche se questa libertà è paradosso e dolore. La ribellione contro lo spirito razionale e illuministico può sprofondare in miseria o in disordine interiore e Dostoevskij ha messo sempre in conto questa possibilità. Il romanziere russo, e questo è evidente, non si è limitato a scrivere ma ha riflettutto sulla carta. Egli ha fatto da sismografo e ha cercato di registrare tutti i movimenti dell’uomo. Dostoevskij ci ha fornito uno specchio. Con questo però leggiamo anche quello che tra le righe non si vede. Saremo per sempre gradi a Dostoevskij perchè ci ha detto che l’individuo in realtà è “dividuo”. L’uomo è un caleidoscopio di emozioni, immense e incontenibili. L’uomo non è uno ma è tanti.


Il bicentenario di Dostoevskij ricorre nel 2021

La morte di Dostoevskij il 9 febbraio 1881


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