Negli Stati Uniti occidentali il serpente giarrettiera (Thamnophis sp.) ha sviluppato una resistenza alle tossine prodotte da alcune specie di salamandra di cui si nutre.
Questi animali condividono le stesse terre da milioni di anni e da altrettanto tempo avviene una continua evoluzione delle loro armi di difesa e di attacco.
La preda diventa sempre più tossica e il predatore sempre più capace di neutralizzare il suo veleno.
Lo stesso veleno mortale del pesce palla
Il veleno in questione è la tetradotossina, un veleno neurotossico, presente anche nel pesce palla.
Esso agisce sul sistema nervoso causando paralisi del corpo e del sistema respiratorio.
La tossina, infatti, si lega ai canali del sodio, i quali regolano il passaggio di tale elemento tra l’interno e l’esterno delle cellule, compromettendone il normale funzionamento. Ingerito in determinate dosi causa la morte in molte altre specie animali, uomo compreso.
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L’antidoto del serpente è nel suo DNA
Tuttavia il serpente giarrettiera riesce a neutralizzare gli effetti della tossina grazie alla mutazione, a livello genetico, dei suoi canali del sodio.
Questa mutazione ha origine diversi milioni di anni fa, ed era presente già nel gruppo di lucertole dal quale si sono poi evolute tutte le attuali specie di serpenti.
Le femmine privilegiate
Per di più, in uno studio pubblicato sulla rivista Heredity, è risultato che la resistenza alla tossina nei serpenti giarrettiera è meno comune nei maschi e più frequente nelle femmine. Queste, essendo più grosse dei primi, sono in grado di cacciare prede di maggiori dimensioni come appunto le salamandre.
Inoltre i geni che consentono una maggiore resistenza alle tossine sembrano compromettere leggermente la funzione muscolare, caratteristica che renderebbe i maschi più svantaggiati delle femmine poiché di dimensioni minori.
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