giovedì, Ottobre 3, 2024

Il Presidente Pertini. L’esultanza felice per la libertà

Il Presidente Pertini: l’uomo che ha attraversato tutte le contraddizioni di un secolo lungo e breve come il 900

Sandro Pertini: settimo Presidente della Repubblica Italiana, rivoluzionario, dolce e affettuoso. Rivoluzionario perché uscì dal protocollo, dagli schemi di palazzo; se aveva voglia di un gelato vagava per Roma senza avvisare la scorta. Dolce e affettuoso perché ebbe sempre una carezza e una buona parola per tutti, perché amò smisuratamente i giovani. Sempre sincero e onesto: alle belle parole faceva seguire i bei fatti. Nessuno mai ha messo in dubbio la sua grandezza; tutti siamo un po’ innamorati, a nostra volta, del suo innamoramento per il popolo italiano.

Il Presidente Pertini nacque il 25 Settembre 1896 a San Giovanni di Stella, vicino Savona; frequentò il Liceo Classico e fu allievo del professore Baratono, docente di Filosofia che lo avvicinò agli ambienti culturali del movimento operaio. Sandro Pertini fu sempre un socialista e militò nel Partito Socialista di Turati; Pertini, all’alba della prima guerra mondiale, probabilmente fu uno dei pochissimi a ripudiare il conflitto armato. A questo proposito toccanti e bellissime le sue parole in una delle sue innumerevoli interviste con Enzo Biagi: «tutti i miei amici gridarono “viva la guerra!” e io che non sono mai stato un salame pensai di dover esprimere anche il mio pensiero e quindi con quanto fiato avevo in gola gridai “abbasso la guerra!”». Anche se contrario alla guerra, Pertini dovette combattere; combatté in trincea e fu sempre osteggiato perché socialista e neutralista.

Un giovane Sandro Pertini

La Resistenza e l’antifascismo furono i due elementi che caratterizzarono la vita di Sandro Pertini dalla fine del primo conflitto mondiale sino agli anni sessanta. Il Presidente obbedì ad una sorta di dovere socialista che poi fu il dovere di liberare l’Italia dal nazifascismo; egli urlò il suo forte senso di antifascismo e la sua passione di libertà e giustizia sociale, tanto ricercate e tanto difese, nei lunghi e turbolenti anni della Resistenza Italiana. Pertini visse il dolore e la tristezza della prigionia e la paura di un condannato a morte. Non si perse mai d’animo e mai si abbandonò alla rassegnazione o alla sconfitta. Pertini fu sempre un appassionato e sentì sempre la voce della giustizia sociale, voce che motivava ardentemente le sue battaglie politiche.

Sandro Pertini. Il Presidente della Repubblica di tutti gli italiani

Sandro Pertini fu eletto Presidente della Repubblica Italiana l’8 Luglio 1978. La sua elezione fu una boccata di aria buona in un momento storico cupo e inquieto. Gli anni antecedenti all’affermazione del Presidente Pertini furono gli anni del caso Moro, delle Brigate Rosse, gli anni di piombo. Il volto di Sandro Pertini fu piuttosto rassicurante: l’unico rivoluzionario che riuscì a placare le agitazioni sociali e politiche. Quando il Pertini s’insediò, all’indomani della sua elezione, dichiarò: «intendo essere solo il Presidente della Repubblica di tutti gli italiani. Fratello a tutti nell’amore di Patria e nella “schierazione” costante alla libertà e alla giustizia. Viva la Repubblica. Viva l’Italia».

Sandro Pertini

Sandro Pertini prese in prestito delle parole da Gramsci: «la mia intelligenza è pessimista. La mia volontà è ottimista». Perchè Pertini amò queste parole del filosofo e scrittore Gramsci? Perchè fu conscio delle difficoltà che giunsero dal dopoguerra come fu conscio di alcune spiacevoli situazioni accadute nel suo mandato presidenziale, come il terremoto dell’Irpinia, uno fra tutte. Pertini con l’intelligenza prendeva atto del dramma ma la sua volontà fu sempre sorridente alla possibilità del cambiamento sociale.

Spesso ci siamo avventurati nella vita di uomini politici e “sociali” che al di là delle ideologie, dei concetti, delle preferenze politiche hanno dato esempio di grandezza e magnanimità. Pertini è stato un uomo di valore: ha vissuto ciò che di più brutto ha dato il 900 ma le sue parole sono sempre state parole di bellezza. Ecco quelle parole bellissime, parole che il Presidente Pertini espresse per descrivere il socialismo ma anche parole di amore per la libertà e per la giustizia: «difficile a spiegarsi in due parole il socialismo. Per me il socialismo si sintetizza in due istanze: la libertà e la giustizia sociale. La libertà è libertà anche per il mio avversario e non solo per me, bisogna stare attenti di non peccare di questo settarismo. Noi vogliamo la libertà per noi, non per noi ma per tutti. Ma la libertà senza giustizia sociale è una cosa vuota, è una conquista molto fragile. Io voglio la giustizia sociale, le riforme profonde in base alle quali ogni uomo possa vivere degnamente la sua vita».

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