giovedì, Marzo 28, 2024

Il Perù dichiara lo stato di emergenza nazionale

Perù nel caos dopo il tentato colpo di stato da parte di Pedro Castillo e il suo conseguente arresto. I sostenitori di Castillo sono scesi nelle strade per chiedere il suo rilascio e di indire nuove elezioni. Durante le proteste si sono verificati violenti scontri, saccheggi e devastazioni. Il ministro della Difesa del Perù ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale.

Il Perù dichiara lo stato di emergenza

Il Perù è sempre più nel caos. Da sei giorni decine di migliaia di persone continuano a protestare per chiedere nuove elezioni e il rilascio dell’ex Pedro Casillo. La situazione nel sud del Paese è critica. Diverse città, tra cui Cusco, Puno Arequipa e Apurimac, sono state teatro di violentissimo scontro tra i manifestanti e la polizia. Quattro aeroporti sono stati presi d’assalto, costringendo le autorità a chiudere gli scali e a sospendere le operazioni di volo. Centinaia di turisti sono bloccati sulle Ande.

Il ministro della Difesa Alberto Otárola ha dichiarato lo stato di emergenza a livello nazionale per i prossimi 30 giorni e per 60 nelle regioni meridionali. Lo stato di emergenza comporterà la sospensione della libertà di movimento e di riunione e potrebbe includere un coprifuoco a causa di atti di vandalismo e violenza. “La Polizia Nazionale con il supporto delle Forze Armate assicurerà il controllo su tutto il territorio nazionale dei beni personali e, soprattutto, delle infrastrutture strategiche e la sicurezza e il benessere di tutti i peruviani“, ha affermato il ministro.

La presidente Boluarte invita alla calma

Anche la neo presidente Dina Boluarte, eletta dopo la destituzione di Castillo, autore di un tentato colpo di stato e arrestato poche ore dopo, è intervenuta nel tentativo di calmare la popolazione. Ha invitato alla calma è ha chiesto alla popolazione di fermare i saccheggi e le devastazioni.

Castillo deve rimanere in prigione

Le proteste si sono accentuate dopo che un giudice ha ordinato a Castillo di rimanere in prigione con l’accusa di ribellione e cospirazione per altre 48 ore prima dell’udienza di rilascio. I pubblici ministeri peruviani questa settimana hanno chiesto 18 mesi di detenzione preventiva per l’ex presidente. Castillo ha respinto le accuse contro di lui e ha affermato di essere “detenuto ingiustamente e arbitrariamente”. Castillo ha invitato i sostenitori a recarsi davanti alla struttura di polizia dove è detenuto. Ha anche esortato la Corte interamericana dei diritti umani a intercedere per suo conto. “Ne ho abbastanza! L’indignazione, l’umiliazione e il maltrattamento continuano. Oggi limitano di nuovo la mia libertà con 18 mesi di custodia cautelare”, ha affermato Castillo. “Ritengo i giudici e i pubblici ministeri responsabili di ciò che accade nel Paese“, ha aggiunto.


Leggi anche: Proteste in Perù: morti due sostenitori di Castillo

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