venerdì, Marzo 29, 2024

Il paese ritrovato per le persone con Alzheimer

Il ‘paese ritrovato’ di Monza è un villaggio abitato dalle persone affette dalla malattia di Alzheimer. Si tratta di un centro definito ‘città nella città’. Realizzato con strade e vialetti. Costituito da casette a due piani. In questo borgo c’è il bar, il parrucchiere e il minimarket. Le persone con Alzheimer e demenza senile possono vivere la loro quotidianità e ritrovare la propria identità.

Il paese ritrovato

Il ‘paese ritrovato’ di Monza è un villaggio abitato dalle persone affette dalla malattia di Alzheimer. E’ attivo dal 2018. Si tratta di un centro definito ‘città nella città’. Questo luogo è stato costruito per promuovere il benessere dell’individuo, favorendone inclusione e socialità. Gli ospiti di questo borgo vivono in un ambiente protetto. Si tratta di spazi realizzati in modo da donare serenità. Permettono al malato di Alzheimer di orientarsi nello spazio e ricevere emozioni positive. Durante il giorno presso il villaggio ci sono sia il direttore che lo psicologo. Come pure il fisioterapista e l’animatore.

Origini del paese ritrovato

Questo progetto nasce per la prima volta in Olanda, nel 2009. A Weesp, vicino la capitale Amsterdam, si inaugura ‘De Hogewyek’. E’ il primo villaggio per individui affetti da Alzheimer e altre forme di demenza. L’obiettivo è di ridurre la medicalizzazione nella cura. Proprio per questo, parte il ‘paese ritrovato’ a Monza.

Per chi è il paese ritrovato?

Nel paese ritrovato possono vivere le persone affette dalla malattia di Alzheimer, la cui condizione non consente di restare a casa, ma che non hanno necessità di ricovero presso una struttura speciale. Dunque, è una possibilità per le diagnosi di Alzheimer lieve e moderata. Quando gli individui sono deambulano e si alimentano, nonostante i disordini comportamentali.

La valutazione per l’inserimento è fatta con la ‘Clinical Dementia Rating Scale’. Attraverso questa, si attua la valutazione globale della gravità della demenza in soggetti anziani. Come pure viene usata per capire la gravità sia nel caso di una compromissione neurocognitiva accertata, sia nel caso di un sospetto diagnostico.

Le dimissioni dal paese ritrovato avvengono per condizioni instabili di salute e deficit cognitivi gravi.

La piazza al centro

Al centro del paese, si trovano i negozi. Qui, si possono effettuare acquisti al market. Oppure recarsi al bar, al cinema. E anche in altri negozietti per altre attività. Infatti, le persone sono libere di decidere dove recarsi all’interno del paese, e come impiegare il proprio tempo. In tal modo, hanno l’opportunità di rintracciare l’aspetto della socialità che dà valore alla vita, dato che l’individuo è essere relazionale.

Strutturalmente, intorno alla piazza, si trovano ‘Monza’ e ‘Brianza’, le due palazzine collegate da un corridoio. Il tutto è circondato da recinzioni con una sola uscita, controllata da sistemi di allarme.

Gli appartamenti sono otto. Ognuno con otto camera singole e bagno in camera.


Come si vive nel paese ritrovato?

Gli abitanti del villaggio sono seguiti e assistiti. E il paese ritrovato è creato a misura per le loro esigenze. Le case di colore beige e rosso. Come pure le luci notturne sul pavimento, per muoversi con facilità e orientarsi anche allo scuro.

Quando si spostano, sono monitorati da braccialetti elettrici: non solo ciò permette di essere seguiti dai coordinatori. Ma anche di eseguire pagamenti e aprire le porte.

Sicurezza e libertà sono le caratteristiche di questo luogo. Infatti, vengono anche osservati degli indicatori degli abitanti del paese. Come tono dell’umore, utilizzo degli spazi, tipologia di comportamenti.

Azione e innovazione per questo borgo, dove nulla è lasciato al caso. Bensì, ogni cosa è legata alla centralità alla persona.

Ad esempio le luci, che simboleggiano i confini, permettono di percepire la profondità e aiutano a compensare i ritmi della giornata. E ancora, gli oggetti che si trovano negli appartamenti e nelle camere sono scelti per ricondurre ai ricordi che possono procurare benessere e stati emotivi positivi.

Nel paese ritrovato è possibile far visita ai propri cari, in orari prestabiliti. Ci si può trattenere a piacimento, sempre attraverso una previa organizzazione.

Conclusioni

L’innovazione, la libertà e l’alleanza terapeutica diventano elementi di sfida per il benessere emotivo e psicologico del paziente con Alzheimer. Sono caratteristiche che si ritrovano nell’organizzazione del paese ritrovato. Qui, la persona può sentirsi libera mediante un processo di conoscenza di sé e degli altri. Il paese ritrovato diventa un luogo reale dove ci si prende cura dell’individuo e si ha a cuore il suo benessere. Il disagio vissuto e percepito nel quotidiano è ridotto al minimo. E l’ambiente si pone come stimolante, anche per via delle attività ludiche. Queste non sono imposte, ma si possono scegliere liberamente.

Il paese ritrovato intende l’assistenza in modo nuovo, permettendo al paziente di vivere in libertà ma sempre proteggendolo.

Non ci sono camici bianchi e divise da lavoro. Emerge che il comportamento degli abitanti migliora. Ne consegue la riduzione della terapia farmacologica.

Assolutamente un approccio innovativo che consente al malato di Alzheimer di migliorare l’umore e la socializzazione. Come pure l’aspetto dell’inclusione e l’aumento del tempo attivo. Sempre valorizzando la persona nella tua interezza.

https://www.periodicodaily.com/la-malattia-di-alzheimer-come-male/

Donatella Palazzo
Donatella Palazzo
Psicologa individuale, familiare e di coppia, e scrittrice. Sessoanalista (Istituto Italiano di Sessoanalisi e Dinamiche Sessuali). Specialista delle Risorse umane. Progettista in ambito sociale e scolastico. Membro dello Staff della Casa Editrice Noitrè. L'attività comprende, tra l'altro, la valutazione dei contributi di prossima pubblicazione, l'organizzazione degli eventi da presentare al pubblico e altro in ambito culturale.

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