Lezioni di recupero, lezioni a giutno, maturità, prove Invalsi: il nodo della scuola è tra le cause di malumore intorno al futuro governo Draghi.
Il nodo della scuola mette in crisi Draghi?
Eì bastata una frase del presidente del gruppo misto Manfred Schullian del Svp su quanto detto da Draghi sul nodo della scuola per scatenare una serie di critiche. Dopo l’incontro con il presidente del consiglio incaricato è uscita la voce di un possibile prolungamento dell’anno scolastico fino a fine giutno. Il che ha scatenato polemiche in ogni ambito, anche non legato alla scuola, e ipotesi diverse che arrivano da chiunque abbia bocca per parlare. Le domande per ora senza risposta sono diverse. Accorceranno le vacanze di Pasqua? Andranno a scuola a giugno solo i ragazzi delle superiori che erano in DAD o anche quelli delle elementari e medie che sono sempre andati a scuola?
E gli esami?
Se si arrivasse a un prolungamento delle lezioni si porrebbe un altro problema. Gli esami. Terza media e maturità. O li spostano a settembre o vanno fatti iniziare entro fine giugno. Che già ogni anno vanno comunque oltre la metà di luglio. Se iniziassero dopo la fine di giugno, con la chiusura posticipata dell’anno scolastico, avremmo orali ad agosto. Il che vorrebbe dire, a parte il caldo della maggior parte della aule italiane, che le famiglie non potrebbero pensare a nulla di diverso dallo stare a casa aspettando di finire la scuola. Che poi a settembre si ricomincia. E ci sarebbe da capire anche cosa si vuole fare con gli Invalsi. Cancellati lo scorso anno, ancora non si sa cosa ne sarà in questo.
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Le resistenze del mondo scuola
Inoltre resta il divario tra chi a scuola è riuscito ad andare e chi no. Ma la prima resistenza arriva, manco a dirlo, dalla scuola e da chi la gestisce e la guida. Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi (Anp), dice no, sostenendo che “Si possono fare 2 settimane in più a giugno ma non si risolve problema del divario formativo che è differenziato“. Anche il sindacati degli insegnanti, nella persona di Francesco Sinopoli segretario scuola della Cgil, non è favorevole (ma dai): “La soluzione non può essere il prolungamento generalizzato del calendario, che appare una soluzione semplice ad una situazione invece complessa e variegata.” “Se bisogna rimodulare bisogna capire dove e perché c’è bisogno, non si può fare di tutta l’erba un fascio“, spiega Maddalena Gissi della Cisl.
Il nodo della scuola passa anche dai vaccini
Stando alle indiscrezioni di chi ha parlato con Draghi, si vorrebbe arrivare al nuovo anno scolastico già ai primi di settembre con più professori in cattedra. Idea appoggiata anche dal leader della Lega Matteo Salvini, che mette sul piatto anche una sanatoria per 120 mila precari. Ma resta aperta anche la questione vaccini per gli insegnanti: il nuovo governo intende confermare la categoria come prioritaria ma nelle scuole aumentano i dubbiosi sull’efficacia dei vari prodotti e questo ostacola il piano di vaccinazioni.