giovedì, Marzo 28, 2024

Il no del Senato argentino contro l’aborto

Il paese di Papa Bergoglio, l’Argentina, boccia ufficialmente la proposta di legge sulla legalizzazione dell’aborto entro la quattordicesima settimana.

Il disegno normativo era già stato approvato lo scorso giugno alla Camera (129 voti favorevoli contro 125 contrari dopo una lunghissima discussione in una seduta durata 23 ore), mentre é stato bloccato ieri nel secondo passaggio obbligatorio per essere approvata, il Senato, con 38 voti contrari contro 31, dopo 16 ore di confronto tra le visioni politiche..

Se fosse passata la norma avrebbe permesso alle donne argentine di accedere gratuitamente e in modo sicuro all’aborto, strumento oggi accessibile solo (grazie alla legge del 1931 ancora in vigore) a coloro che entrano in gravidanza dopo una violenza sessuale o che durante la gestazione incorrono in gravi problemi di salute.

Le polemiche sorte subito dopo il voto sottolineano che ad essere stati determinanti alla bocciatura della legge pro-aborto al Senato, siano stati i 23 voti contrari (sul totale dei 38) di rappresentanti eletti nelle regioni del nord (ogni regione ha tre eletti), le più povere e spopolate del paese ma anche le più conservatrici, dove allo stato attuale vive solo il 28.8% della popolazione argentina.

 

Da “El Pais”: il no del Senato argentino all’aborto

A fronteggiarsi fuori dal Senato di Buenos Aires, senza farsi mancare attimi di tensione, le attiviste del mondo femminista, unite dal motto #abortolegal e che hanno formsto anche un movimento detto “marea verde” e i movimenti pro-vita, totalmente contrari alla proposta di legge, riconoscibili dagli ormai famosi fazzoletti azzurri e convinti che l’Argentina é solo il primo passo per rendere l’aborto non legale anche in altri paesi dell’America Latina (qui un articolo sulla situazione nelle altre nazioni del continente, conosciuto per la sua forte fede cristiana) .

Il progetto di legge proposto e bocciato prevedeva che l’aborto potesse essere eseguito in qualsiasi ospedale o clinica pubblica o privatasenza nessun costo per la donna per quanto riguarda l’intervento, le medicine e le eventuali terapie di appoggio. In movimenti progressisti a favore dell’introduzione di una norma che avrebbe regolato l’aborto dopo la quattordicesima settimana hanno da sempre sostenuto che la legge sarebbe servita per portare rimedio al fenomeno delle interruzioni di gravidanza illegali (secondo dati riportati dalla BBC mezzo milione ogni anno in tutto il paese e 43 donne argentine morte dal 2016 post aborto per le non adeguate condizioni sanitarie durante l’intervento), fenomeno comune a tutte le nazioni dove abortire, se non in caso di emergenza, é reato.

Voto della legge sull’aborto in Argentina al Senato diviso per genere (fonte: BBC)

Sembra però che la politica argentina e la società civile non abbiano smesso di confrontarsi sul tema (anche a colpi bassi, come l’imbrattamento delle chiese), rendendo la discussione sempre più articolata, divisa tra difesa della vita a tutti i costi e diritto di decisione e gestione del proprio corpo in tutte le sue forme, in chiave laica.

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