venerdì, Aprile 19, 2024

Il lockdown sta favorendo il ritorno delle api selvatiche

Le misure restrittive varate in questi mesi dai vari governi mondiali per contrastare l’epidemia da nuovo coronavirus hanno paradossalmente avuto un effetto benefico sull’ambiente. Infatti, con la riduzione delle attività e degli spostamenti, si è verificata un po’ ovunque una diminuzione dell’inquinamento generato di solito dalle industrie o dalle emissioni delle automobili. Dunque, non è un caso se di recente sono tornati a popolare il pianeta degli animali che sembravano ormai quasi spariti dalla circolazione: dai cinghiali in giro nella città israeliana di Haifa ai delfini che sono comparsi nuovamente nel Bosforo dopo la riduzione del traffico marittimo turco. E di recente pare che stiano tornando a farsi vedere anche le api selvatiche.

Si tratta di una notizia incoraggiante, visto che prima della pandemia diversi studiosi avevano lanciato l’allarme sulla diminuzione di questi preziosi insetti volanti a causa della distruzione dell’habitat naturale provocata dall’inquinamento causato dalle attività umane. Gill Perkins, amministratore delegato della Bumblebee Conservation Trust, ha detto alla BBC che questi animali sono fondamentali per l’ecosistema, anche e soprattutto perché la loro presenza aiuta la coltivazione di alcune piante e vegetali che poi finiscono sulle nostre tavole.

L’importanza del ritorno delle api selvatiche.

Le api infatti sono gli insetti impollinatori più importanti del mondo, capaci di fertilizzare un terzo del cibo di cui ci nutriamo solitamente, nonché l’80% delle piante da fiore. Qualora sparissero, si avrebbero diversi effetti negativi non solo in natura ma anche per le abitudini umane. L’importanza di questa specie ma anche di altre che per natura sono impollinatrici è stata stimata anche a livelli economici: in tutto il mondo, il loro contributo ha un valore di circa 150 miliardi di dollari, mentre solo in Gran Bretagna tocca quota 690 milioni di dollari.

L’inquinamento arretra e le api selvatiche «rinascono»

Il lockdown globale ha comportato una decisa diminuzione dell’inquinamento atmosferico in tutto il mondo. Stando ai risultati di una ricerca effettuata nel 2016, l’aria contaminata impedisce ai fiori di sprigionare tutto il loro profumo: le sostanze tossiche, infatti, inibiscono l’azione delle molecole capaci di emettere gli aromi naturali che spesso attraggono le api selvatiche. Queste ultime, quindi, non riuscendo ad individuare facilmente la propria fonte nutrizionale, si vedono costrette a coprire distanze molto più lunghe per reperire il cibo e riportarlo poi nei propri alveari.

Le api: le salvatrici dell’intero ecosistema

Al contrario, come ha spiegato sempre alla BBC Mark Brown, docente di ecologia evolutiva presso la Royal Holloway di Londra, quando vi è una riduzione dell’inquinamento, gli insetti impollinatori riescono a captare più facilmente la presenza dei fiori, volano per un tratto minore e ciò consente loro di svilupparsi in maniera più efficace. Ma c’è un altro effetto delle limitazioni di queste settimane che sta avvantaggiando queste specie.

Perché l’inquinamento ostacola l’impollinazione.

La scarsa presenza delle automobili in strada sta decisamente abbassando il numero delle api selvatiche che rimangono uccise dalle vetture. Da uno studio del 2015 portato avanti da alcuni ricercatori canadesi, si è appreso che ogni anno sono almeno 24 miliardi le api e le vespe che perdono la vita per il continuo transito di veicoli lungo le strade dell’America Settentrionale. Inoltre nel Regno Unito, siccome in questo periodo vi è meno traffico, lungo i bordi delle carreggiate hanno ricominciato a crescere i fiori che, ovviamente, stanno attirando un numero sempre maggiore di insetti volanti.

Brown ha consigliato alle istituzioni britanniche e a quelle dell’intero pianeta di valutare l’importanza di questo ritorno delle api selvatiche per far sì che, quando tutto sarà tornato alla normalità, si introducano dei provvedimenti concreti che consentano comunque di continuare a controllare il traffico di autovetture. Inoltre è necessario che i livelli di inquinamento non tornino alle soglie preoccupanti che avevano raggiunto prima dello scoppio dell’epidemia da Covid-19.

La pandemia sta mettendo in ginocchio l’apicoltura

Il ritorno delle api selvatiche grazie alla riduzione dell’inquinamento atmosferico è certamente una buona notizia soprattutto per il nostro ambiente. Tuttavia, la diminuzione delle attività e le limitazioni degli spostamenti internazionali stanno mettendo in crisi gli apicoltori. I lavoratori canadesi ed europei stanno riscontrando non poche difficoltà nel reperire api selvatiche impollinatrici: le importazioni di api regine, infatti, in seguito alle restrizioni dei viaggi verso l’estero sono crollate. Di solito questi trasporti vengono effettuati in aereo ma, siccome questi mezzi di trasporto ormai viaggiano raramente, si è stati costretti a ricorrere ai trasporti stradali che, ovviamente, sono più lenti e difficoltosi.

Gli apicoltori sono in crisi.

Jeff Pettis, presidente di Apimondia (Federazione internazionale degli apicoltori) ha affermato che l’intero settore rischia di andare incontro a grosse difficoltà economiche se dovesse ridursi pesantemente la produzione di miele. Di conseguenza, si avrebbero danni anche per i coltivatori che non riceverebbero più ordini per la semina dei fiori, visto che non ci sarebbero più insetti per l’impollinazione provenienti dalle apicolture. Il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti ha ricordato che ogni anno le api selvatiche riescono ad impollinare raccolti per circa 15 miliardi di dollari. Tra questi vi sarebbero soprattutto mandorle, zucchine e meloni.

Insomma, se da un lato si può tirare un sospiro di sollievo per la ricomparsa delle api selvatiche, dall’altro bisogna augurarsi che, una volta terminata l’emergenza sanitaria, il settore dell’apicoltura possa riprendersi e anche che i governi mondiali si rendano conto che è necessario tenere sotto controllo l’inquinamento per consentire a questi preziosi insetti di continuare a volare di fiore in fiore per il bene loro e del pianeta.

Patrizia Gallina
Patrizia Gallina
Patrizia Gallina è una giornalista e conduttrice sportiva presso le emittenti televisive della Liguria. Conosciuta come scrittrice, attrice, cantante e modella, è nata nella città di Genova. Ha conseguito la laurea in Scienze Umanistiche presso l'Università degli Studi di Genova. Coltivo da sempre la mia passione per l'arte, la fotografia, la moda, il giornalismo e il calcio.

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