lunedì, Gennaio 13, 2025

Il gene Bmi1 è la nuova scoperta sulla malattia dell’Alzheimer

Grazie ai ricercatori dell’università di Montreal, è stata fatta una scoperta a dir poco incredibile. Una nuova funzione del gene Bmi1 che, inibirebbe, quindi, l’invecchiamento delle stesse cellule cerebrali.

Qual è la nuova scoperta sul gene Bmi1?

L’Alzheimer, la malattia che cancella la vita. Il passato, il presente ed il futuro, potrebbe avere nuova speranza. Si tratta di un passo avanti concreto, una scoperta scientifica che migliorerebbe la vita dei malati, ma anche di chi se ne prende cura. Cercando, di fatto, invano, un modo per non far dimenticare i figli, i nipoti, ma neppure le primarie funzioni fisiologiche. Un team di ricercatori dell’università di Montreal avere scoperto una nuovissima funzione del gene Bmi1. Questo ha il compito di inibire l’invecchiamento cellulare, ma da quanto asserito, avrebbe anche la facoltà di proteggere dalla stessa malattia. Secondo il coordinatore della ricerca, Gilbert Bernier, tale nuovo avvenimento, porterebbe a conoscere più a fondo i meccanismi letali dell’Alzheimer. Per tale malattia, ad oggi, non si ha una cura definitiva, ma soltanto delle cure che possano rallentare il suo processo naturale.

Salute intestinale e Alzheimer: possibile correlazione?

Nel team, anche un Italiano

L’orgoglio italiano, ha eccelso in molti campi: medicina, tecnologia, scienza. Nel gruppo dei ricercatori, è presente anche Andrea Barabino. Durante lo studio, è emerso che il gene Bmi1, impedirebbe al DNA dei neuroni di disorganizzarsi nelle strutture G4. Tale fenomeno, è visibile soltanto in persone affette dalla malattia dell’Alzheimer. Queste strutture, interrompono quindi le funzioni dei neuroni. Riducendo col progredire della patologia, ad uno stato vegetativo. Avere scoperto che tale gene, proteggerebbe dalla malattia, grazie alla prevenzione della formazione di tali strutture, come abbiamo poc’anzi citato, risulta rivoluzionario. Bernier, ha quindi ricondotto la funzionalità del Bmi1 alla stretta correlazione con la malattia. Una risposta di speranza che, tante famiglie cercavano. Solo in Canada, la patologia, colpisce circa un milione di persone. Per non parlare poi delle stime del resto del mondo.

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