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Il doodle di Google celebra la poetessa Sylvia Plath

Oggi, domenica 27 ottobre 2019, il doodle di Google celebra la poetessa americana Sylvia Plath nel giorno in cui avrebbe compiuto 87 anni.

Sylvia Plath ebbe una vita tormentata la cui tragicità si riflette nelle sue poesie. Un animo sensibile che fece presto i conti con la depressione, che la spinse a togliersi la vita a soli 30 anni.

Una vita breve, ma intensa come la sua poesia, che descrive emozioni in grado di toccare intere generazioni di lettori anche a 50 anni dalla sua morte.

Assieme ad Anne Sexton, la Plath ha contribuito allo sviluppo del genere della poesia confessionale, i cui precursori furono Robert Lowell e William De Witt Snodgrass.

Fu la prima poetessa a vincere, nel 1982, il Premio Pulitzer per la poesia dopo la morte, per The Collected Poems.

Doodle di Google

Google ha deciso di dedicare il suo doodle per celebrare, in occasione del suo 87° compleanno, il forte contributo dato alla poesia da Sylvia Plath.

L’immagine del doodle riflette la sua poesia, dove il gelo e l’inverno sono spesso i protagonisti, unitamente a un ampio uso di metafore e di immagini oscure utilizzate in modo intelligente, ironico e surreale.

Doodle di Google omaggia Sylvia Plath

Sylvia Plath

Sylvia Plath

Figlia di immigrati tedeschi, nacque a Boston il 27 ottobre 1932.

Già all’età di 8 anni mostrò le proprie doti di promettente scrittrice, quando compose, ispirata dalla visita alla tomba del padre, Electra on Azalea Path, una poesia dai sentimenti contrastanti, di dolore e di colpa.

La perdita prematura del padre, morto il 5 ottobre 1940, la segnò profondamente, facendola presto cadere in periodi di forte depressione, alternati a momenti di grande vitalità.

In vita ha pubblicato due libri: la raccolta The Colossus del 1960 e il romanzo semi-autobiografico La campana di vetro (The Bell Jar), uscito un mese prima della sua morte, sotto lo pseudonimo di Victoria Lucas.

La protagonista del libro, Esther Greenwood, è una brillante studentessa dello Smith College, che inizia a soffrire di psicosi durante un tirocinio presso un giornale di moda newyorkese.

Anche Sylvia ha lavorato per un periodo per una rivista femminile, Mademoiselle, dopo il quale, in preda a un forte stato di depressione, ha tentato il suicidio.

Le altre opere, compresi i Diari, sono uscite tutte postume.

Sylvia Plath e Ted Hughes

Al College a Cambridge conobbe il poeta Ted Hughes con cui si sposò nel 1956 e da cui ebbe due figli, Frieda e Nicholas.

Pubblicò la sua prima raccolta di poesie The Colossus nel 1960, in Inghilterra.

Il matrimonio con Hughes si incrinò e i due dopo la nascita del secondo figlio si separarono: l’uomo aveva iniziato una relazione con Assia Wevill, moglie di un amico poeta. Sylvia tornò a Londra con i figli; qui prese in affitto l’appartamento in cui aveva abitato William Butler Yeats.

L’inverno tra il 1962 e il 1963 fu molto duro per lei e in questo periodo scrisse La campana di vetro; a un mese dalla pubblicazione del romanzo si tolse la vita, l’11 febbraio 1963. Prima del tragico gesto aveva scritto la sua ultima poesia Orlo.

La sua tomba si trova nel cimitero di Heptonstall, nel West Yorkshire.

Tomba di Sylvia Plath

Il tormentato rapporto con Hughes è documentato in Sylvia Plath da Linda Wagner-Martin, professoressa di Inglese e Letteratura Comparata all’Università della North Carolina, la prima a consultare i suoi diari.

Lettere inedite della scrittrice indirizzate alla sua psicanalista parlano di aggressioni, minacce di morte e abusi da parte del marito. Fu Hughes ad occuparsi dei beni letterari di Sylvia e a distruggere l’ultimo volume del diario della poetessa, che descriveva il periodo trascorso con lui.

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