Un dolore si definisce cronico quando si protrae per oltre tre mesi. E’ molto difficile individuare il momento esatto in cui la patologia si è cronicizzata. Questo per la sua natura molto soggettiva ed emotiva.
Cos’è il dolore
Un dolore si definisce cronico quando si protrae per oltre tre mesi e quando “persiste più a lungo del corso naturale della guarigione che si associa a un particolare tipo di danno o di malattia” (IASP – International Association for the Study of Pain).
Nello specifico, “…il dolore cronico assume caratteristiche di dolore globale, legato a motivazioni fisiche, psicologiche e sociali…”(OMS) .
E’ molto difficile individuare il momento esatto in cui la patologia si è cronicizzata. Questo per la sua natura molto soggettiva ed emotiva.
L’algologo è il medico specializzato nel trattamento del dolore cronico. Si occupa della diagnosi e di somministrare la terapia a domicilio oppure presso una struttura ospedaliera.
Il dolore è un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole. E’ associata a danno tissutale, in atto o potenziale, o descritta in termini di danno.
Esso deve essere visto come la composizione di due diverse parti. Una parte percettiva, detta nocicezione. Essa costituisce la modalità sensoriale che permette la ricezione ed il trasporto al sistema nervoso centrale di stimoli potenzialmente lesivi per l’organismo. L’altra è una parte esperienziale. Essa è, quindi, del tutto privata. Rappresenta la vera e propria esperienza del dolore. E’ lo stato psichico collegato alla percezione di una sensazione spiacevole.
Il dolore fisiologico è un sistema di difesa, quando rappresenta un segnale d’allarme per una lesione tissutale, essenziale per evitare un danno. Esso diventa patologico quando si automantiene. In tal modo, perde il significato iniziale. Diventa a sua volta una malattia.
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Effetti del dolore cronico
Il dolore può provocare, nell’individuo, la difficoltà ad organizzare il pensiero. L’attività di pensiero può modificarsi ed in casi più gravi cessare. Ciò accade quando la realtà si fa troppo ‘dolorosa’. Cioè, quando un forte dolore fisico arriva.
Il processo di adattamento può essere raggiunto sia attraverso la terapia fisica, come ginnastica, utilizzo di tutori e utilizzo di farmaci concordata, ad esempio, con un ortopedico. Come pure attraverso il contenimento psicologico e l’attività di sostegno gestita dallo psicologo.
Nella valutazione e nel trattamento del dolore, lo psicologo provvede alla formulazione dell’anamnesi dei partecipanti per comprenderne lo stato mentale. Egli ha un ruolo relazionale. Si mette in posizione di ascolto attivo. Trasmette solidarietà autentica che nasce dall’empatia e dalla consapevolezza che il dolore unisce.
E’ pronto a stimolare il percorso di recupero per vivere le esperienze quotidiane. Come pure, a sostenere una nuova dimensione vitale dove è possibile fare tutte le cose di prima. Facilita il confluire di esperienze e conoscenze dei partecipanti. Ciò per creare confronto e riflessione. Ed anche per sostenere la persona nella presa di consapevolezza di accettazione.
Data la correlazione tra il dolore cronico e i disturbi psichici della depressione, dipendenza o abuso da sostanze, ansia e disturbi di personalità, lo psicologo fornisce un intervento di supporto. Ciò avviene quando i pazienti manifestano tratti depressivi e/o ansiosi. In tal modo, è possibile l’accettazione e la gestione della condizione del dolore cronico.
Lo psicologo favorisce l’accettazione e la gestione del dolore anche grazie all’ipnosi. Così, facilita i naturali processi di elaborazione del trauma.
Accettazione e gestione del dolore cronico attraverso il supporto psicologico
Gli obiettivi sono:
- – Favorire nel paziente il livello di tolleranza per la propria condizione di sofferenza a causa del dolore.
- – Stimolare un approccio consapevole al dolore.
- – Favorire la gestione del dolore attraverso l’utilizzo delle risorse interne presenti nel paziente.
- – Favorire il miglioramento delle normali attività quotidiane, spesso compromesse, come ad esempio piegarsi sulle ginocchia, girare il collo, respirare, deambulare.
- – Facilitare l’elaborazione dei sentimenti ed emozioni vissute dall’individuo.
- – Migliorare la qualità della vita nei suoi aspetti cognitivi, affettivi, relazionali, emozionali e sociali.
Infatti, egli vive:
- – rabbia, sperimentata in relazione alla propria condizione;
- – stress, percepito come ostacolante le normali attività quotidiane;
- – ansia, derivante dalla situazione e dal tentativo di risolverla;
- – paura rispetto alla propria condizione;
- – senso di solitudine originato dalla difficoltà di comunicazione e dal sentimento di incomprensione.
L’ipnosi è usata nel trattamento del dolore e in molti altri problemi psicologici e medici.
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Essa è una procedura durante la quale un medico, uno psicologo o un ricercatore suggerisce che il paziente, cliente o partecipante faccia esperienza di cambiamenti nelle sensazioni, percezioni, pensieri o comportamenti (APA, 2003). È uno stato della coscienza modificato, durante il quale vengono attivate funzioni psichiche latenti, soprattutto di tipo creativo e immaginativo. In tal modo, utilizzano pensieri del processo primario e favoriscono l’elaborazione delle emozioni, compreso la percezione dello stimolo doloroso.
Infatti, in un adeguato setting clinico, è utile alla gestione del dolore poiché:
– Aumenta lo stato di rilassamento.
– Diminuisce lo stato di ansia e di stress legati al sintomo.
– Diminuisce le resistenze consce.
– Favorisce l’elaborazione mentale del dolore cronico.
– Favorisce la canalizzazione del sintomo doloroso in una forma più accettabile.
– Chiarisce contenuti inconsci aggirando le resistenze consce .
– Favorisce il funzionamento dei naturali processi fisiologici.
– Facilita l’accettabilità sociale legata al concetto di ‘malattia cronica’.
– Favorisce l’acquisizione di nuova capacità mentali e risorse naturali per il superamento del sintomo e dei “disturbi” ad esso correlati.
E’ indispensabile, quindi, considerare il paziente al centro della cura, aiutandolo e sostenendolo nelle varie fasi del trattamento terapeutico, sempre finalizzato all’accettazione e alla gestione del dolore cronico.