venerdì, Marzo 29, 2024

Il digiuno intermittente che impazza

Tra la psicosi della prova costume e la crescente (giustificata e positiva) attenzione alla salute, sono in aumento le persone che ricorrono a diete strategiche e esercizio fisico. Il regime alimentare che è più in voga negli ultimi tempi, è in assoluto il digiuno intermittente.

Il digiuno: alleato?

Bisogna premettere e ricordare che in entrambi i casi, tanto per il digiuno che per l’esercizio fisico quindi, agendo senza controllo, il rimedio può risultare peggiore del male. Da sempre noto sotto l’aspetto antropologico e religioso (Yom Kippur, Quaresima e Ramadan), il digiuno si sta rivalutando in occidente per l’aspetto terapeutico. L’aspetto religioso si sposa benissimo con quello terapeutico. In realtà il digiuno imposto nelle tre religioni monoteiste richiede che la purificazione spirituale prevalga sui bisogni corporei, ossia che la mente prevalga sul corpo. Avendo come obiettivo la purificazione del nostro secondo cervello qual è l’intestino e, quando praticato consapevolmente e coscienziosamente, è in grado di apportare benefici anche al nostro sistema nervoso, oltre che  a tutto il nostro organismo.

Il consumo di glucosio

Durante il digiuno, il corpo consuma glucosio e glicogeno, quindi si rifà alle  riserve energetiche immagazzinate nel grasso. Questa energia immagazzinata viene rilasciata sotto forma di sostanze chimiche chiamate chetoni. I chetoni  supportano le cellule cerebrali nel loro lavorio continuo. Alcune ricerche scoprono i chetoni, una fonte di energia migliore del glucosio. Possono proteggere dal declino del sistema nervoso centrale che conduce a demenza e altri disturbi. I chetoni possono anche inibire lo sviluppo del cancro perché le cellule maligne non riescono da essi ad ottenere energia. Inoltre, gli studi dimostrano chepossono aiutare a proteggere dalle malattie infiammatorie come l’artrite. Riducono anche il livello di insulina nel sangue, che potrebbe proteggere dal diabete di tipo 2.

Ma troppi chetoni nel sangue possono avere effetti nocivi sulla salute

L’accumulo,  può avere conseguenze (è soggettivo) più o meno gravi come:
– Aumento della filtrazione renale e della diuresi
– Disidratazione
– Effetto tossico sui reni da parte dei corpi chetonici
– Possibile ipoglicemia
– Possibile ipotensione
– Mal di testa
– Affaticamento
– Vertigini
– Nausea leggera
– Irritabilità
– Crampi muscolari
– Stipsi
– Palpitazioni cardiache
– Aumento del carico di lavoro del fegato 

– In presenza di attività motoria intensa catabolismo muscolare
– Aggrava la situazione in soggetti già sofferenti di patologie epatiche e renali.

Il 22 Novembre un nuovo studio pubblicato su Cell Reports ha mostrato come un maggiore apporto di carboidrati e un minore apporto di proteine può garantire longevità, un sano invecchiamento cerebrale, migliore memoria e migliore apprendimento. Lo studio si è concentrato sull’ippocampo, che è la regione del cervello coinvolta nell’apprendimento e nella memoria. L’ippocampo è anche la prima parte a deteriorarsi nelle malattie neurodegenerative. Dulcis in fundo, nel voler essere attenti alla propria salute bisogna innanzitutto avere il punto di vista di uno specialista e, nel caso si voglia optare per il fai-da-te, “di tutto un pò” e “no fast food” è sempre la scelta migliore.

Digiuno: lo studio

L’autore dello studio succitato, David Le Couteur, sostiene che gli alimenti da apprezzare includono il 9% di proteine, pesce magro, soia e vegetali, con pochissima carne di manzo. La migliore e principale fonte di carboidrati è risultata essere la patata dolce. Il digiuno intermittente non richiede sempre e per forza una non assunzione prolungata di nutrienti: si può anticipare la cena e ritardare la colazione. In tal modo si può attuare il digiuno prolungato fino a sedici ore.

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