giovedì, Marzo 28, 2024

Il cuore del problema è il problema del cuore?

Oggi, 14 febbraio 2017, San Valentino, il giorno giusto per una riflessione.

Dai giovani ci si aspetta un percorso di studi lineare, senza ostacoli o pause, una laurea pronta e confezionata. Poi ci si aspetta che abbiano un curriculum vitae pieno di successi ed esperienze, impeccabile, senza sbavature. Così da trovare il lavoro perfetto in poco tempo, perchè senza lavoro i giovani sono considerati difetti della società. Senza rendersi conto che per i successi ci vuole tempo e fatica e fortuna a volte; per le esperienze, invece, tanta vita, solo questo.

Poi i giovani devono essere in forma, devono fare sport di squadra per migliorare la loro capacità di relazionarsi con gli altri; devono andare in palestra per sentirsi più sicuri del proprio aspetto, perchè la società li vuole belli, almeno in apparenza. Le ragazze poi, devono trovare in fretta il loro compagno di vita, devono sposarsi e mettere al mondo una creatura entro i trent’anni se non vogliono deludere le aspettative. Ecco, appunto, aspettative. Questa è la risposta. Cosa si aspetta la società dalla nuova generazione?

I giovani percepiscono il peso delle aspettative, lo sentono tutto sulle loro spalle, ognuno di loro. E si sentono fragili, impotenti, incompleti. Allora per tutta risposta postano foto “artistiche” di scarpe, libri e qualsiasi altra cosa su Instagram per sentirsi accettati, per mostrare ai coetanei la sensazione di essere tutti “sulla stessa barca”. Condividono link su Facebook, pubblicano foto modificate per ottenere qualche like in più. Cercano l’anima gemella su Tinder, Lovoo e similari, dedicando tutto il tempo che hanno a costruire il loro profilo e non la loro personalità. Si sentono persi i giovani, hanno paura.

E in tutto questo caotico mondo virtuale di apparenza, vorrebbero trovare l’amore, lo pretendono. Ed è una ricerca continua, insistente, quasi affannosa di questo sentimento d’altri tempi. Convinti che una volta trovato, si possano finalmente spostare anche solo di un passo e lasciar cadere a terra la spada di Damocle che pendeva sulle loro teste. Come a dire “sono innamorato, non ti puoi aspettare nient’altro da me”. E lo inseguono come folli, vogliono un contatto, ma mai una connessione reale. Vogliono la sintonia, la passione; vogliono gli anniversari da festeggiare, un rapporto serio e stabile, ma senza impegnarsi davvero, senza mai dare all’altra persona la possibilità di ferirli. Vogliono sentire la terra tremare sotto i piedi, vogliono le farfalle nello stomaco e tutte quelle frivolezze effimere da romanzo rosa ma, allo stesso tempo, vogliono sentirsi liberi, independenti, slegati da qualsiasi “nodo sentimentale”.

Vogliono amare, ma soprattutto essere amati. Senza riserve, senza esitazione, senza doversi chiedere se durerà ancora il giorno dopo. Vogliono un generico qualcuno che li convinca a restare, a legarsi, senza scappare, senza sentirsi in trappola. Vogliono che quel qualcuno li faccia sentire liberi, ma insieme.

Mi chiamo Maura, ho 23 anni, e non mi sono ancora innamorata.

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